Dopo l'appello di Vo'. Mille tablet per gli studenti della zona rossa
Dopo una settimana di didattica a distanza, gli alunni di Vo’ hanno finito i giga e in tanti non riescono più a seguire le lezioni online. Altri non ci sono mai riusciti perché residenti in zone dove la fibra non è ancora arrivata. «Così, noi della zona rossa siamo ancora più reclusi», sbotta Andrea, seconda media. «Mi piacerebbe partecipare, ma abito in una casa isolata», aggiunge Emma, 12 anni. La stessa età di Michelle, che chiede «una connessione migliore, per me e per i miei compagni». Anche la mamma di Nicolò, prima media, sottolinea l’importanza della scuola, in questo momento molto particolare per i più piccoli: «La scuola è di grande conforto per i nostri figli. Rappresenta un aiuto, anche dal punto di vista emotivo. Sarebbe quindi buona cosa che le compagnie telefoniche ci dessero una mano, garantendo collegamenti più veloci ed efficaci».
«Servono collegamenti più veloci e stabili»
Il preside dell’Istituto comprensivo padovano, epicentro del focolaio di coronavirus, lunedì ha lanciato un appello alle compagnie telefoniche tramite Avvenire: «Ci servono giga aggiuntivi e collegamenti più stabili. Internet è l’unico strumento che abbiamo per tenere i contatti con i nostri studenti costretti a stare chiusi in casa», ha ricordato Alfonso D’Ambrosio.
L’allarme lanciato dal dirigente è stato raccolto dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che ieri ha immediatamente interessato del caso la task force del Miur che sta assistendo le scuole per la didattica digitale. Grazie agli accordi conclusi con Microsoft, Google, Tim e un’altra trentina di aziende, sono stati subito messi a disposizione mille tablet con chiavette prepagate che, da oggi, saranno distribuiti agli studenti delle zone rosse (non soltanto di Vo’, ma anche degli altri territori) in difficoltà a collegarsi con le scuole per partecipare alle lezioni a distanza.
Il sindaco passerà casa per casa
Stante l’impossibilità di entrare in paese, blindato ormai da dieci giorni, agli studenti di Vo’ i dispositivi, una ventina in tutto, saranno consegnati dallo stesso sindaco Giuliano Martini, che andrà a ritirarli ai confini della “zona rossa” e li porterà casa per casa.
«In paese – spiega Martini – la fibra è arrivata da poco e dobbiamo ancora attivare i contratti. Consideriamo anche che il territorio comunale è molto vasto. Passiamo dai 14 metri sul livello del mare del centro paese, ai 604 del Monte Venda. Abbiamo frazioni e case sparse, distribuite per chilometri di campagna, difficili da raggiungere. Ben vengano, quindi, questi materiali che saranno molto utili anche una volta usciti dall’emergenza, perché andranno a costituire la nuova classe digitale della nostra scuola».
I dispositivi, dati in comodato d’uso alle famiglie, resteranno poi nella disponibilità degli istituti.
Il supporto del Ministero
Per le scuole, come quella di Vo’, che si trovano in difficoltà a garantire le lezioni online per problemi di connessione o per mancanza di attrezzature (computer e tablet), il Miur ha messo a disposizione anche una mail dedicata supportoscuole@istruzione.it. Dirigenti, insegnanti e genitori che riscontrano problemi possono scrivere qui per ricevere supporto. Inoltre, il Miur ha lanciato la campagna dei gemellaggi tra scuole e già oltre cento istituti, di tutta Italia, hanno messo a disposizione esperienze e buone pratiche. Il primo gemellaggio è stato concluso proprio lunedì mattina tra l’istituto comprensivo di Lozzo Atesino, che comprende anche la scuola di Vo’ e l’istituto tecnico “Majorana” di Brindisi, i cui allievi hanno tenuto una lezione online di chimica agli alunni padovani che seguivano in collegamento ciascuno da casa propria.
In collaborazione con l’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, il Miur ha attivato una pagina web, con più di venti ore di webinar a disposizione. Altro materiale sta arrivando autonomamente alle scuole. Dopo l’appello lanciato su Facebook, il preside di Vo’ ha ricevuto decine di offerte di collaborazione da parte di insegnanti di tutte le regioni. «Non esiste la scuola digitale, esiste la scuola e basta – ribadisce D’Ambrosio –. Che, proprio in occasioni come queste, dimostra di essere unita e di avere a cuore il grande valore dell’educazione».