Attualità

CRONACA. Sparatoria a Milano: «Nessuna guerra tra clan»

lunedì 25 maggio 2009
Nessuna guerra tra clan per spartirsi il controllo del territorio a Quarto Oggiaro, quartiere di Milano. La pista del regolamento di conti viene esclusa dal capo della squadra Mobile di Milano, Francesco Messina per spiegare il contesto in cui è avvenuto ieri sera l'omicidio di Franco Crisafulli, fratello di Biagio "Dentino" e Alessandro condannati per associazione per delinquere finalizzato al traffico internazionale di droga. Un delitto che per Messina "non è direttamente riconducibile alla criminalità organizzata".Parole supportate dalle modalità con cui è stato messo a segno l'agguato: il killer ha agito da solo, a volto scoperto e ha colpito oltre al vero obiettivo altre tre persone presenti all'esterno del bar, tra via Pascarella e via Satta. Il più grave è un tabaccaio di 56 anni ferito al torace e ricoverato al Niguarda in prognosi riservata, stanno meglio gli altri due feriti: un 34enne albanese regolare e un altro uomo di 54 anni. Erano tutti all'esterno del bar quando il sicario è arrivato a piedi da via Pascarella, ha estratto una pistola semiautomatica calibro 9 e ha sparato almeno 8 colpi, di cui 4 hanno centrato la vittima: Crisafulli, colpito al viso e altorace, è morto durante il trasporto all'ospedale di Bollate. Il killer si è allontanato a piedi, mentre i feriti cercavano riparo dietro al bancone: potranno essere proprio loro a fornire agli inquirenti gli elementi utili per tratteggiare un identikit.Chi ha agito secondo il capo della Mobile milanese "è una persona che era conosciuta alla vittima e con cui, probabilmente, aveva litigato. Un uomo del quartiere, forse". E sono diverse, sottolinea Messina, le persone di Quarto Oggiaro che stanno collaborando nella ricostruzione della dinamica dell'omicidio. Intanto, si indaga nel passato della vittima, scarcerata nel settembre 2005, dopo aver scontato oltre un anno di carcere per spaccio di droga. Un reato che più volte lo ha portato dietro le sbarre.