Coronavirus. Caritas Milano: aiuti dalla Germania nel nome dei Magi. E da Cina e Usa
Un centro della Caritas ambrosiana dove si preparano aiuti alimentari per chi è costretto in casa dal coronavirus
Emergenza coronavirus: Milano chiama, Colonia risponde. Nel nome dei Magi. Del loro culto, delle loro reliquie, della loro viva, feconda memoria. Che dopo aver diviso per secoli le due città, ora le unisce. E risponde Stoccarda. E con loro, altre diocesi della Germania, coinvolte in una raccolta fondi avviata per aiutare Caritas Ambrosiana. Mentre ha già risposto Catholic Relief Services, l'agenzia umanitaria della Chiesa cattolica degli Stati Uniti che – rende noto Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – ha destinato una prima donazione da 100mila dollari alle necessità delle Caritas di Lombardia. Come hanno già risposto i cattolici della Repubblica popolare cinese, con le centomila mascherine e il materiale sanitario raccolti e donati a Milano dalla Jinde Charities.
CARITAS AMBROSIANA: PACCHI VIVERI PER 16.500 FAMIGLIE
Tutti aiuti preziosi per affrontare l'emergenza sanitaria che ha colpito l'Italia e, particolarmente, le terre lombarde. Tutti aiuti preziosi per scongiurare il rischio che l'emergenza sanitaria diventi crisi sociale, ai danni delle fasce di popolazione più povere, fragili, precarie. Ed è, questo, un fronte che vede particolarmente impegnata proprio la Caritas, come dicono i dati aggiornati sull'attività degli otto «empori della solidarietà» operativi nel territorio della diocesi di Milano – dove ormai si distribuiscono 5,5 quintali di derrate alimentati al giorno a famiglie in difficoltà – e quelli relativi alla consegna a domicilio di pacchi viveri – che in tutto il territorio diocesano ormai riguarda 16.500 famiglie. Uno sforzo al quale si aggiunge la mobilitazione legata al neonato «Fondo San Giuseppe», avviato con una dotazione di 4 milioni di euro (2 dalla diocesi, 2 dal Comune di Milano) e destinato alle persone che hanno perso lavoro e reddito a causa dell'emergenza coronavirus.
IL RESPIRO INTERNAZIONALE DELLA CARITA'
Queste e altre iniziative della Chiesa ambrosiana hanno bisogno di risorse. Che vengono dalle offerte e dalla solidarietà dei cittadini e dei fedeli delle terre ambrosiane. Ma non solo, ormai. È davvero una solidarietà senza confini, quella che si sta mobilitando dalla Cina agli Stati Uniti alla Germania. La proiezione internazionale è nel dna di Caritas Ambrosiana. Lo era nel «dare», nell'aiutare, nel soccorrere, con progetti e iniziative in tutto il mondo. Questo respiro globale della carità ora torna a beneficio di Milano, come dimostra la risposta delle Caritas e delle Chiese di altri Paesi. Con la Caritas di Stoccarda, ad esempio, Caritas Ambrosiana ha una condivisione di progetti che ha ormai vent'anni di storia alle spalle. E proprio la Caritas di Stoccarda ora si è fatta promotrice di una raccolta fondi che sta coinvolgendo altre Caritas tedesche.
I MAGI: MEMORIA CHE ORA UNISCE MILANO E COLONIA
Ma è certamente emblematica la raccolta fondi promossa dal settimanale cattolico dell'arcidiocesi di Colonia. Un gesto che nasce nel segno dei Magi. Le loro reliquie, come noto, custodite per secoli a Milano, vennero traslate a Colonia nel 1164. A inviarle in terra tedesca fu Federico Barbarossa, che in quell'anno aveva ottenuto la resa di Milano e che le aveva affidate al suo consigliere Rainald von Dassel, che di Colonia era arcivescovo. Da allora le venerate spoglie dei Sapienti d'Oriente sono rimaste in Germania. La loro casa: la splendida cattedrale gotica della città tedesca. Solo agli inizi del XX secolo il beato Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, era riuscito ad avere finalmente pochi frammenti dei loro corpi, riportati nella loro antica "casa", la Basilica di Sant'Eustorgio. Nei secoli e fino ad oggi, in terra ambrosiana, il culto dei Magi non si è mai spento. Anzi. E quella memoria che per secoli ha contrapposto le due città, da anni ormai è diventata motivo di amicizia. Come attesta questa raccolta fondi avviata dalla Chiesa di Colonia.
OGNI GIORNO NEGLI EMPORI DISTRIBUITI 5,5 QUINTALI DI CIBO
Con gli aiuti, non mancano messaggi di incoraggiamento e di stima. Come quello arrivato dal Vaticano e reso noto da Caritas Ambrosiana. «Sono veri eroi coloro che lavorano sul fronte per assistere i poveri e i dimenticati durante la pandemia. La Caritas di Milano rende orgogliosa l’intera famiglia della Caritas », ha scritto in un tweet Andrew Azzopardi, responsabile della Safeguarding Commission per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della Provincia ecclesiastica maltese e coordinatore della task force voluta da papa Francesco.
«I fondi, frutto delle generosità dei tanti amici che la Caritas di Milano ha nel mondo, saranno in particolare destinati ai senzatetto, alle famiglie impoverite dall’emergenza Covid 19 e all’acquisto dei presidi di protezione individuale da destinare ai volontari e operatori impegnati nei servizi di assistenza», aggiunge il comunicato della Caritas. Che ricorando i 5,5 quintali di alimentari distribuiti quotidianamente in questo periodo d'emergenza negli otto «empori della solidariertà» ambrosiani, sottolinea come «rispetto al periodo precedente alla crisi, gli aiuti sono in costante aumento e hanno raggiunto alla quinta settimana una crescita giornaliera media del 50%, ancora superiore a quella stimata nel primo periodo».
In tutta la diocesi di Milano, inoltre, «la consegna dei pacchi viveri ha raggiunto 16.500 famiglie, grazie all’attività di 126 centri di ascolto parrocchiali che sono riusciti a tenere attivo il servizio nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Nella sola città di Milano ricevano la borsa della spesa duemila famiglie già assistite dai centri di ascolto cittadini».
Ma non finisce qui. «Per offrire un sostegno ai senza tetto, dall’inizio della crisi sono rimasti aperti i servizi di mensa e di accoglienza notturna: il Refettorio Ambrosiano, il Rifugio Caritas a Milano e Casa Francesco a Gallarate (che ha esteso l’orario anche di giorno). Non hanno mai chiuso i centri di accoglienza per stranieri (come ad esempio Casa Suraya), le case protette per le vittime di tratta, la casa alloggio Teresa Gabrieli per pazienti affetti da Hiv/Aids e le comunità per minori stranieri non accompagnati. Per poter continuare ad operare in condizione di sicurezza – annota infine il comunicato della Caritas – operatori e volontari hanno bisogno di dispositivi di protezione individuale. Si stima che il fabbisogno soltanto di mascherine chirurgiche per i prossimi tre mesi sia pari a 600mila pezzi».