Attualità

Migranti. Via scuola e formazione: così si tagliano i 35 euro della diaria

Antonio Maria Mira mercoledì 7 novembre 2018

Migranti aiutano a pulire la città durante un'iniziativa di volontariato (Fotogramma)

Dove saranno tagliati i 35 euro al giorno per l’accoglienza dei richiedenti asilo? Eliminando i servizi per l’integrazione e l’inclusione sul territorio dei migranti. Per loro solo vitto, alloggio e assistenza sanitaria. Niente scuola di italiano, niente iniziative di vita sociale, niente attività di volontariato, niente avviamento o formazione al lavoro. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini intende cambiare l’attuale sistema di accoglienza, garantendo i servizi di integrazione e inclusione solo a chi ha già ottenuto il riconoscimento di rifugiato, cioè una limitatissima minoranza. Lo spiegherà oggi il ministro in una conferenza stampa dopo la riunione del Tavolo di coordinamento nazionale. Avvenire è in grado di anticipare cifre e linee di questa involuzione dell’accoglienza.

Vediamo in primo luogo le cifre proposte per le prossime gare. Per quanto riguarda i Cas ad accoglienza diffusa fino a un massimo di 50 posti la cifra sarà di 21,35 euro, compreso un kit di ingresso per singolo migrante, una scheda telefonica e il pocket money. Per i Cas ad accoglienza collettiva (unico fabbricato) si sale a 26,35 euro fino a 50 posti, e 25,25 fino a 300 posti. Per i centri più grandi, cioè oltre i 300 posti, c’è una divisione della gara in tre lotti, ma poi si fanno comunque delle cifre totali e si torna a scendere, e anche molto: si passa, infatti, dai 20,84 euro per una prima fascia 300-600 euro, fino ai 19,33 euro per la fascia dei megacentri con 1.800-2.400 posti (come il Cara di Mineo). Stranamente sono, invece, molto più alte le cifre per Cpr e Hotspot. Infatti per i primi, i Centri per i rimpatri, si va dai 32,15 euro per quelli fino a 150 posti ai 24,65 di quelli tra 151 e 300 posti. Per i secondi, i cosiddetti Punti di crisi, dove i migranti appena sbarcati dovrebbero restare pochissimi giorni, le cifre sono le più alte, e vanno dai 41,83 euro fino a 50 posti, ai 29,63 euro tra 301 e 600 posti.

Ma cosa viene garantito con queste cifre? Per i centri ad accoglienza diffusa, nei quali i migranti dovranno occuparsi da soli della cucina e delle pulizie, viene prevista la fornitura del cibo, di beni monouso, di utensili per la cottura, di attrezzature e prodotti per la pulizia; c’è poi l’affitto della struttura, il pagamento del personale, il servizio di trasporto, lenzuola e coperte, prodotti per l’igiene personale. Per i centri ad accoglienza collettiva, cambia la tipologia perché è previsto il servizio di preparazione dei pasti, quello di lavanderia, e quello di pulizia. Stesse condizioni per Cpr e Hotspot. Non compare nulla, invece, per quanto riguarda i servizi di integrazione, un tempo previsti anche per i richiedenti asilo ospiti nei Cas e nei Cara. Niente scuola di italiano e altre attività di inclusione sociale. Così i migranti passeranno le giornate a non fare nulla, ed essendo liberi di uscire dai centri (non si tratta di carceri) gireranno per città e paesi che li ospitano, col rischio di finire in mano al lavoro nero, allo sfruttamento o peggio, creando anche occasioni di tensioni con la popolazione locale. Un rischio che sale ovviamente per i grandi centri, quelli che la nuova linea di Salvini sembra privilegiare. Una situazione che i sindaci temono molto, denunciando da giorni le nuove scelte del governo, e che ora vengono confermate dalla cifre e dagli altri contenuti dei nuovi bandi. Senza contare con l’eliminazione dei servizi dei servizi all’integrazione inclusione, si taglieranno molti posti di lavoro di italiani, giovani e specializzati.

Nella nuova tipologia di bando dell’era Salvini, scompare dunque un intero capitolo, intitolato, appunto, 'Servizi per l’integrazione'. Restano per la tutela delle vulnerabilità, ma molto carenti. Ad esempio lo psicologo e l’assistente sociale in un centro con 300 posti, potranno dedicare solo 30 minuti al mese a ogni persona, praticamente nulla. E peggiora anche l’assistenza sanitaria. Nei centri fino a 50 posti è previsto un infermiere tutti i giorni, e il mediatore linguistico 24 ore a settimana, in quelli tra 150 a 300 posti l’infermiere resta uno, mentre le ore di mediazione linguistica salgono a 48. Evidentemente all’aumento dei posti non c’è un incremento proporzionale dei servizi. E questo è sicuramente un danno per i richiedenti asilo ospiti e un risparmio per i gestori dei grandi centri. Un’ulteriore conferma della scelta a favore di questi ultimi. Grandi centri e nessuna integrazione. Accoglienza che peggiora e sicurezza a rischio.