Finanziaria/2. Migranti, segnale sull'accoglienza: più fondi per i minori
Nel 2024 il fondo di accoglienza dei migranti sarà più cospicuo. Arriveranno infatti 200 milioni di euro in più a favore dei Comuni coinvolti nel piano di distribuzione e ospitalità di profughi e dei minori non accompagnati. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio che integra le risorse già stabilite dal “decreto anticipi” per il capitolo migranti, pari a 46,859 milioni nel 2023. Per il 2025, inoltre, lo stanziamento sale a 300 milioni mentre per l’anno successivo il fondo tornerà a 200 milioni.
Dopo il “giro di vite” su Cpr e rimpatri, dunque, il governo prende atto della necessità di sostenere gli enti locali che avevano manifestato in più occasioni una difficoltà nel predisporre strutture e servizi di fronte a un aumento costante dei flussi migratori. Il pressing esercitato dai sindaci su prefetture e ministero degli Interni ha sortito gli effetti sperati. Ma il provvedimento finanziario prevede anche un contributo di un milione di euro, dal 2024, sul Fondo sanitario nazionale per potenziare la prevenzione e l’assistenza per i migranti che si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica. Le risorse saranno a favore dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà. I soldi serviranno anche a promuovere competenze specifiche del personale sanitario.
Fino al 23 ottobre, in base ai dati del Viminale, erano 15.005 i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno, mentre i migranti arrivati sono in tutto 141.519.
E sul tema dei minori stranieri non accompagnati interviene la Garante dell’infanzia e dell’adolescenza Carla Garlatti, secondo la quale «non è più tempo di un approccio emergenziale» ma servono interventi «strutturali». Garlatti ha ricordato poi che nel nostro Paese «attualmente i minori stranieri non accompagnati sono poco più di 22mila, numero che comprende però quelli provenienti dall’Ucraina, la cui storia è completamente diversa dagli altri, e che per l’85% sono ospitati in famiglie». L’età prevalente di questi “under 18” è intorno ai 17 anni, «ma si sta abbassando ai 15-16» ha osservato, in prevalenza provengono dall’Egitto e sono quasi tutti maschi. La Garante, richiamando la legge Zampa, ha sollecitato la creazione di «strutture di prima accoglienza equamente distribuite sul territorio nazionale» nonché di un “effettivo” primo colloquio «le cui regole devono essere dettate con decreto». Si tratta infatti di un momento «importante per capire se il minore vuole restare in Italia oppure no».
Durante le visite effettuate in alcuni centri, la Garante Carla Garlatti ha riferito di aver «incontrato minori che, per la maggior parte, hanno ansia di entrare nel mondo del lavoro, imparare l’italiano e realizzarsi nel nostro Paese: desiderano veramente un’integrazione».