Le ferrovie ungheresi hanno
cominciato i lavori per la costruzione di una 'porta' lungo i
binari della linea tra Subotica (Serbia) e Szeged (Seghedino,
Ungheria), una sorta di barriera per le migliaia di migranti e
profughi che passano illegalmente il confine fra i due Paesi,
lungo la ferrovia per evitare il muro metallico alla frontiera.Seguire i binari inoltre serve ai
migranti a non sbagliare strada e orientamento nella Marcia
verso nord. La 'porta', destinata a bloccare il flusso di
migranti, dovrebbe essere pronta entro lunedì.
Martedì 15 settembre è prevista l'entrata in vigore in
Ungheria delle nuove norme in fatto di immigrazione, con
l'arresto di chi entrerà illegalmente nel Paese e condanne fino
a tre anni di carcere. Il premier Viktor Orban ha detto a più
riprese che da martedì I clandestine verranno rimandati nel
Paese di provenianza, vale a dire in Serbia. Nel corso di questo fine settimana 4.300 militari ungheresi saranno dispiegati lungo il confine meridionale con la Serbia, con l'obiettivo principale di affiancare le forze di polizia nel completamento della barriera difensiva anti-immigrati. Lo ha detto il ministro della difesaungherese Istvan Simicko.
L'Austria punta il dito contro l'Ungheria di Orban che "si comporta irresponsabilmente quando dice che tutti arrivano per ragioni economiche". Lo ha sottolineato il cancelliere austriaco Werner Faymann alludendo anche alle deportazioni di memoria nazista. "Mettere i rifugiati sui treni suscita ricordi del periodo più buio del nostrocontinente", ha detto Faymann.
Riflettori puntati sul vertice Ue di lunedì: si i cerca l'intesa sul piano di
ricollocamento d'emergenza per 120mila profughi, da cui Gran
Bretagna e Danimarca hanno deciso di restare fuori mentre il premier
ungherese Viktor Orban guida il gruppo dei falchì dell'Est e
insiste: "chi entrerà illegalmente in Ungheria, dal 15
settembre, sarà arrestato". Per finire più in fretta la barriera al confine con la Serbia il leader magiaro impiega anche i detenuti e un filmato
pubblicato su Internet testimonia il trattamento dei rifugiati
chiusi in un recinto ai quali viene gettato del cibo, come
fossero animali.
Sul tavolo lo scorporo dei fondi da patto di stabilità. Un'apertura importante è arrivata dalla presidenza
lussemburghese: la discussione sulla situazione straordinaria
dei migranti ai fini del Patto di stabilità, quindi dello
scorporo dei fondi, si farà. La Commissione europea farà prima un'analisi sull'impatto economico e sui bilanci pubblici dei flussi di rifugiati nella Ue, e delle misure che gli Stati
prenderanno per farvi fronte. E poi, sulla base di questo, la
presidenza aprirà una discussione sulla possibilità di
considerare questa crisi "una situazione straordinaria in
relazione alle regole del patto di stabilità e di crescita".
Padoan: strategia a lungo termine. "Le misure a sostegno dei
rifugiati sono un tema posto all'attenzione dell'Ecofin, poi la
Commissione valuterà in che senso le risorse impiegate dagli
Stati possono essere riconsiderate" ai fini del Patto, ma
"questo è tutto da vedere": lo ha detto il ministro
dell'economia Pier Carlo Padoan al termine dell'Ecofin. Padoan
ha poi spiegato che c'è stata anche una discussione
"importante", più ampia, sulle strategie di crescita che in
futuro potranno tenere conto del grande flusso.
Lunedì la prova del nove sulle quote. Il consiglio straordinario dei ministri dell'Interno di
lunedì sarà il giorno della verità. Oltre all'ok al primo schema
da 40mila (16mila dalla Grecia e 24mila dall'Italia), ormai una
pura formalità (anche se restano da trovare i Paesi che si
faranno carico dei restanti ottomila su cui a luglio non si era
trovata la quadra), si punterà ad un accordo politico sui
principi generali del ricollocamento d'emergenza per altri
120mila (15.600 dall'Italia; 50.400 dalla Grecia; 54.000
dall'Ungheria). La Commissione Ue propone quote obbligatorie e
una compensazione dello 0,002% del Pil per quei Paesi che non
potranno partecipare. La clausola prevede l'esclusione per il
massimo di un anno e giustificazioni oggettive, che saranno
vagliate da Bruxelles, ma Berlino (l'unica a farlo in modo
netto) ha detto no, intravedendovi una via per chiamarsi fuori.
Fonti della presidenza lussemburghese si dicono "fiduciose" di
riuscire a centrare l'obiettivo della prima intesa lunedì. Poi
sarà necessario molto lavoro tecnico, per stringere un accordo
"completo" l'8 ottobre, quando i ministri dell'Interno Ue si
riuniranno di nuovo.
ll premier ungherese,
Viktor Orban,
ha chiesto all'Ue di stanziare 3 miliardi di euro per i Paesi
confinanti con la Siria a sostegno dei profughi. "Un sostegno finanziario a Turchia, Libano e Giordania potrebbe porre fine alla migrazione di massa in Europa" ha detto aggiungendo che secondo lui le migliaia di migranti in arrivo non fuggono dalla guerra ma vogliono vivere come "i tedeschi o gli svedesi". Orban ha confermato che la
frontiera ungherese con la Serbia verrà chiusa a partire dal 15
settembre con la barriera metallica e di filo spinato, e che con
ciò i migranti verranno rimandati indietro nel Paese "da dove
sono arrivati". Il 15 settembre in Ungheria entreranno in vigore
le nuove norme più restrittive in fatto di immigrazione che
prevedono tra l'altro l'arresto e il carcere fino a tre anni per
chi entrerà illegalmente nel Paese.