Flussi. Migranti, Gentiloni: sul numero chiuso Renzi ragionevole
Chi nelle parole di Matteo Renzi sull'immigrazione vedesse una «posizione di chiusura" verso i migranti "si sbaglierebbe". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine del G20 di Amburgo. Del libro di Renzi, ha scherzato, «al G20 non si è parlato...». «Penso - ha aggiunto - che la cosa che ha scritto Matteo nel libro, che non ho letto, è una cosa che se uno la vuole leggere in modo onesto è ragionevole, se uno lo vuole leggere, e c'è chi lo fa, dicendo che aiutiamoli a casa loro vuol dire se vogliono venire a casa nostra li mitragliamo, alziamo un impossibile muro, li cacciamo, sarebbe piuttosto bizzarro».
«Il governo guidato da Renzi - ha concluso - ha sviluppato una politica per anni su queste materie. In nostro messaggio è chiarissimo: bisogna tenere insieme diversi pezzi di questo discorso e nel medio periodo solo un miglioramento delle condizioni economiche ridurrà i flussi migratori. La cooperazione, lo sviluppo dell'Africa, anche per coglierne le straordinarie potenzialità, è al centro del nostro interesse, come
è fondamentale stabilizzare la Libia e fare accordi di cooperazione con i Paesi di transito".
Renzi: serve il numero chiuso
«Chi dice che lo ius soli rovina l'Italia non si rende conto che è una norma di civiltà, non c'entra con la sicurezza, ma dobbiamo anche dire che ci deve essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti». Così Matteo Renzi, a Ore Nove, sullo scontro in Ue sui migranti. "Nel 2018 si discuterà del bilancio, se altri paesi che si sono impegnati ad accogliere non lo fanno, credo sia giusto che l'Italia dica che non contribuirà a pagare 20 miliardi al bilancio Ue».
E il segretario del Pd ribadisce: «Gli europei hanno assunto un impegno con noi, assumersi alcune responsabilità che derivano dall'imponente afflusso di bilancio. Non lo fanno? Nessun problema. Nel 2018
ridiscutiamo il bilancio, se ci sono Paesi che non accolgono la quota di migranti, l'Italia è giusto che dica che non contribuiremo a pagare loro tutti i soldi che diamo. Loro bloccano i porti, noi blocchiamo i fondi: non è un ricatto, è una considerazione credo condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani».