Formazione. Migrantes: ecco come imparare a proteggere i migranti con il diritto
MIgranti salvati in mare dalla nave Ocean Viking
Una rete di connessione nazionale per tracciare un percorso di formazione giuridica, che la Migrantes Nazionale ha affidato a Paola Scevi, Direttrice del Master in Diritto delle Migrazioni nell’Università degli studi di Bergamo. Ha preso il via giovedì 23 febbraio l’importante iniziativa rivolta a tutti gli Uffici Migrantes delle Diocesi italiane, per approfondire i temi giuridici in materia di migrazioni con incontri che si tengono a distanza attraverso la piattaforma zoom fornita dalla Conferenza Episcopale Italiana. La partecipazione del cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Cei, con l’introduzione al primo incontro, indica la portata e l’importanza di questo percorso formativo. Ed è il segno del benefico incontro tra accademia e istituzioni.
Scevi ha analizzato le disposizioni relative ad un ingresso legale e ad un valido soggiorno nel territorio dello Stato, evidenziando che "le migrazioni contemporanee presentano caratteristiche del tutto peculiari, che le rendono analizzabili alla luce di categorie sempre più sfocate”. Ed ha osservato che gran parte delle categorie analitiche tradizionalmente utilizzate (migrante economico, profugo, richiedente asilo, vittima di tratta, migrante irregolare, clandestino, ecc.) “sono poco efficaci nell’interpretare percorsi migratori multiformi e complessi, all’interno dei quali si intrecciano negazione di diritti, esperienze di sfruttamento ed emarginazione, progettualità, talvolta in violazione dell’interesse pubblico all’integrità dei confini e al controllo dei flussi migratori”.
Il cardinale Zuppi ha augurato “buon lavoro con tanta umanità” e si è congratulato per le molte adesioni, che hanno collegato praticamente tutte le Diocesi italiane. "È necessario avere un’altra visione -ha detto- che rispetti la persona, superando i meri discorsi sulla sicurezza”.
Al termine della trattazione Paola Scevi, nel ricordare che il prossimo incontro sarà dedicato al contrasto della tratta degli esseri umani ed alla protezione delle vittime, ha evidenziato che “i fenomeni del traffico e della tratta sono spesso strettamente correlati, poiché entrambi contraddistinti dall’approfittamento della vulnerabilità di persone in cerca di protezione internazionale o di accesso al mercato del lavoro all’estero. I migranti irregolari che ricorrono ai servizi dei trafficanti - volontariamente ingaggiati - potrebbero anche divenire vittime di tratta”.
La direttrice del master ha infatti rilevato che la commistione del trafficking e dello smuggling in seno alla protezione internazionale, appare sempre più evidente: “il viaggio, con il debito contratto per partire e le ragioni che lo hanno determinato, la tipologia dei documenti per l’uscita dal Paese e le modalità̀ con cui sono stati ottenuti (spesso attraverso debiti, corruzione, ecc.) e la vulnerabilità̀ cui molti migranti sono esposti, risultano essere tutti elementi che creano un humus molto favorevole alla tratta e al grave sfruttamento".