Migranti. Strage di bambini nell'Egeo. «Uomo ucciso dalla Guardia costiera libica»
Ennesima tragedia dei migranti: nel Mar Egeo il naufragio di un'imbarcazione ha causato la morte di almeno 11 migranti, tra cui otto bambini; i superstiti, salvati dalla Guardia costiera, sarebbero 21.
A renderlo noto la Guardia costiera greca; le operazioni di salvataggio vanno avanti a sud-est dell'isola greca di Paxos anche con l'aiuto di un elicottero, sono tuttavia pochissime le speranze di ritrovare in vita i dispersi, poiché si ritiene che a bordo dell'imbarcazione vi fossero una cinquantina di migranti. Sconosciuta ancora la nazionalità dei morti, probabilmente alcuni sono afghani.
Un altro dramma si sarebbe consumato nelle acque di fronte alla Libia: la Guardia Costiera libica avrebbe sparato ad un migrante e poi avrebbe gettato il corpo in mare. È quanto avrebbero raccontato ad Alarm Phone altri migranti che erano sul gommone con l'uomo e che sono stati riportati a Tripoli. "Siamo stati chiamati da alcuni dei migranti - scrive Alarm Phone in un tweet - dicono che alcune delle 65 persone si stanno rifiutando di sbarcare a Tripoli, e che la cosiddetta Guardia Costiera ha sparato a un migrante e gettato il corpo in mare".
Anche la rappresentanza dell'Oim in Libia, con un tweet precedente, aveva segnalato che una sessantina di migranti si sarebbero rifiutati di sbarcare a Tripoli, ma sono stati infine costretti a farlo e sono stati portati in un centro di detenzione. Fonti dell'organizzazione avevano poi fatto sapere che i migranti avrebbero raccontato al personale in Libia che sul gommone con loro era salito anche un nigeriano ferito da un colpo d'arma da fuoco e che l'uomo sarebbe morto durante il viaggio. In tutto sono circa 300 i migranti riportati in LIbia dopo un tentativo di fuga su barche di fortuna.
Open Arms, 118 salvati in due naufragi
Ieri invece la nave delle ong Open Arms ha soccorso 74 persone, tra cui donne, anche incinte, bambini e neonati. Si è trattato - riferisce la Ong spagnola - di un soccorso "molto complesso", anche per la presenza di "una motovedetta libica con atteggiamento ostile. Due dei naufraghi, presi da loro a bordo, si sono lanciati in acqua e li abbiamo soccorsi".
I migranti si aggiungono ad altri 44 salvati in precedenza e alla deriva da due giorni; tutti erano in stato di grave ipotermia. In tutto quindi le persone a bordo sono 118. Il video in questo articolo, diffuso dalla stessa Open Arms, mostra uno dei bimbi a bordo.
Ieri pomeriggio c'è stato il primo approdo dell'anno a Lampedusa, 97 migranti stipati su un barcone avvistato in mattinata a due miglia dall'isola. Dall'inizio dell'anno a oggi i migranti arrivati sulle nostre coste sono stati 228 ma nelle ultime 24 ore gli avvistamenti si sono moltiplicati: a favorire le partenze probabilmente le condizioni meteomarine e l'evolversi della situazione libica.
La nave Sea Watch 3 - tornata in mare dopo oltre cinque mesi di blocco nel porto di Licata e dopo aver vinto il ricorso al Tribunale di Palermo - tra giovedì e venerdì notte ha compiuto tre interventi: prima ha soccorso 60 persone, in un secondo momento 17, tra cui 8 bambini (entrambe le segnalazioni erano arrivate dall'aereo Moonbird), alle 4 di venerdì mattina le 42 che ancora erano in acque Sar maltesi: "le autorità europee ci hanno ignorato", ha denunciato la Ong dando anche notizia di "almeno 150 persone" che erano a bordo di due gommoni e che sono state intercettate e riportate in Libia.
A 'dare il cambio' a Sea Watch 3 - che ora trasporta 119 migranti - è arrivata Open Arms, che ieri, come detto, ha soccorso "una piccola imbarcazione in condizioni critiche con 44 uomini in stato di ipotermia grave. Da due giorni viaggiavano alla deriva". Senza benzina, iniziavano a imbarcare acqua. Ai 44 ieri pomeriggio si sono aggiunti 74 persone in fuga dalla Libia, a bordo di una barca di legno.