Migrazioni. Il giallo dei 91 naufraghi. Recuperati dalle forze maltesi
Venti naufraghi sono stati salvati nella notte - a distanza di 72 ore dalla richiesta di soccorso - dalla Guardia Costiera italiana che ha confermato il suo intervento solo questa mattina.
La barca è in acque territoriali italiane, a sole 10 miglia da #Lampedusa. Le persone sono esauste e a rischio, e una barca di legno può capovolgersi in ogni momento. La @guardiacostiera ci ha detto che sta pattugliando l’area, ma si rifiuta di soccorrere la barca in pericolo! pic.twitter.com/dxC9YDBtSJ
— Alarm Phone (@alarm_phone) February 11, 2020
#11febbraio Nella notte sono state soccorse 20 persone su una barca in difficoltà in acque di responsabilità SAR italiane. I migranti tratti in salvo sono stati trasbordati sulla motovedetta CP324 della #GuardiaCostiera e sbarcati a #Lampedusa in cooperazione con @GDF pic.twitter.com/vFNCmrcMw4
— Guardia Costiera (@guardiacostiera) February 11, 2020
Nelle ultime 72 ore la nave di soccorso Aita Mari è stata l'unica imbarcazione umanitaria a pattugliare le acque del Mediterraneo centrale e ha portato in salvo, in due differenti interventi, 153 naufraghi che ora sono a bordo in attesa di un porto sicuro di approdo.
Sulle altre 91 persone disperse nel Mediterraneo centrale da domenica 9 febbraio si sono rincorse nelle ultime ore informazioni frammentarie e non verificate.
Nelle prime ore di domenica Alarm Phone, il call center telefonico degli attivisti di WatchMed che rilancia via Twitter le richieste di aiuto che arrivano direttamente dalle imbarcazioni in difficoltà, ha fatto sapere che 91 persone si trovavano a bordo di un'imbarcazione in avaria: "Novantuno persone fuggite dalla Libia in grave pericolo! – è il primo messaggio di allarme diffuso da Alarm Phone – Le persone a bordo ci hanno detto che stanno imbarcando acqua e che qualcuno è già caduto a mare". L’imbarcazione si trovava, stando a quanto riportato da Alarm Phone a poche miglia dalle acque territoriali libiche dinnanzi le coste comprese tra la capitale Tripoli e la città di Al Khums.
SOS ++ 91 persone fuggite dalla #Libia in grave pericolo! Le persone a bordo ci hanno detto che stanno imbarcando acqua e che qualcuno è già caduto a mare. Abbiamo informato le autorità alle 4.24h CET, ma nessuno ha preso sufficiente iniziativa. Hanno bisogno di aiuto immediato! pic.twitter.com/thmAz0YYEA
— Alarm Phone (@alarm_phone) February 9, 2020
A distanza di quasi 72 ore le informazioni riguardo ai 91 naufraghi erano ancora difficili da verificare. Una fonte non verificata aveva riportato su Twitter che una barca sarebbe affondata con a bordo una novantina di persone. Mentre l'Oim, l'agenzia dell'Onu che si occupa di migrazioni ha riportato la notizia che 81 persone nella notte tra lunedì e martedì, sono stati riportati a Tripoli dalla Guardia costiera libica. Tra loro anche 18 donne e 4 bambini.
🚨 Last night, 81 migrants, among them 18 women and 4 children were returned to #Tripoli by the Libyan Coast Guard.
— IOM Libya (@IOM_Libya) February 11, 2020
IOM staff were at the disembarkation point to provide medical screenings and emergency assistance.
Non si tratterebbero comunque delle stesse 91 persone per cui aveva dato l'allarme ancora domenica 9 febbraio Alarm Phone. Che, secondo quanto riportato dal giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura questa mattina, sono state intercettate dalla P62 AFM Malta dentro la SAR maltese: sulla scena presente anche una motovedetta libica che stava operando al di fuori della propria area di search and rescue e la cui presenza avrebbe spinto alcune persone a buttarsi in mare prima di essere soccorse e portate in salvo dalla motovedetta maltese verso il cosiddetto place of safety della Valletta.
Intanto sull'Aita Mari restano i 153 naufraghi in attesa di ricevere indicazioni per porto sicuro di approdo.