Attualità

Il report. Migranti, la denuncia di Oxfam sull'uso distorto dei fondi Ue

Daniela Fassini giovedì 21 settembre 2023

Migranti nel centro di Lampedusa

La “gestione dei flussi migratori” e il sostegno ai paesi più poveri spesso si traduce in fondi destinati ai respingimenti e alla costruzione di muri. C’è un piccolo “filo rosso” che passa attraverso gli aiuti e la gestione dei flussi migratori. E’ il “fil rouge” che attinge ai fondi europei destinati ai Paesi in via di sviluppo. Soldi che invece finiscono per costruire muri e attuare respingimenti o, ancora peggio, per riempire le casse di quei governi che non rispettano i diritti umani dei migranti. Si parla di circa 667 milioni appartenenti ai cittadini europei e destinati agli aiuti per i Paesi nordafricani che vengono invece utilizzati per fermare i flussi migratori. Lo denuncia Oxfam in un report dettagliato che fa i conti in tasca ma soprattutto accende i riflettori sull’uso distorto dei soldi dei contribuenti europei destinati alla lotta povertà nei Paesi in via di sviluppo, per delegare il controllo delle frontiere europee a Libia, Tunisia e Niger, dove la violazione dei diritti umani dei migranti è all’ordine del giorno
Alla frontiera tra Niger e Libia le autorità locali sono responsabili del 60% degli abusi subiti dalle donne migranti. Oltre 93 milioni di fondi europei sono stati destinati alla Tunisia per il blocco dei flussi migratori mentre la povertà dilaga nel Paese. Dall’inizio dell’anno riportati verso i lager libici oltre 9.800 migranti dalla Guardia costiera, sostenuta per l’addestramento e l’acquisto di navi” sottolineano dall’organizzazione.

Oltre 1 intervento su 3 finanziato dall’Unione europea per il controllo dei flussi migratori in Libia, Tunisia e Niger rischia di violare le norme internazionali e comunitarie sulla destinazione degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS). Ben 667 milioni di euro dei contribuenti europei - all’interno del budget destinato al piano ‘21-‘27 dello strumento europeo di cooperazione e aiuto umanitario (NDCI) - sono stati infatti destinati finora a sostenere attività, non per la lotta povertà nei Paesi in via di sviluppo, bensì per azioni che mettono a rischio il rispetto dei diritti umani dei migranti. In Stati in cui violazioni e abusi di ogni sorta da anni sono all’ordine del giorno.


L'Unione europea sta utilizzando gli aiuti per bloccare i migranti, anziché per ridurre la povertà nei Paesi di origine e transito, rischiando di esaurire la disponibilità di fondi e allo stesso tempo usandoli come arma di ricatto verso gli Stati africani, a cui delega le proprie responsabilità in materia di migrazione e asilo – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam ItaliaSi tratta di una strategia miope che, invece di intervenire sulle cause strutturali del fenomeno migratorio, continua a calpestare i diritti di chi fugge da miseria, disastri naturali e guerre con l’obiettivo di costruire una sorta di Fortezza Europa, che non riesce però a contrastare il traffico di esseri umani o fermare le morti in mare, dato che dall’inizio dell’anno gli arrivi solo in Italia sono più che raddoppiati rispetto al 2022”.
A oggi gli arrivi solo nel nostro Paese sono oltre 130 mila contro i circa 68 mila dello stesso periodo nel 2022, tra cui oltre 11 mila minori non accompagnati, con una stima di oltre 2 mila vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Il denaro per la guardia costiera libica che riporta i migranti nei lager

La Ue sta finanziando in Libia anche l’addestramento e l’acquisto di navi per la Guardia costiera che dall’inizio dell’anno ha intercettato e riportato verso i lager libici oltre 9.800 migranti, nonostante numerose inchieste e testimonianze ne abbiano confermato negli anni il coinvolgimento nel traffico di esseri umani. Si tratta di fondi complementari stanziati a sostegno dell’accordo Italia-Libia partito nel 2017.

Il dato paradossale è che poi la stessa Unione europea ha destinato altri aiuti per evacuare i migranti dai centri di detenzione libici, dati gli abusi e le torture sui migranti documentati negli anni e che Oxfam ha denunciato più volte”, aggiunge Pezzati.



L’Unione europea in Tunisia si sta girando dall’altra parte

Una situazione molto simile – denuncia il report - sta accadendo in Tunisia, a cui sono andati fino ad oggi a 93,5 milioni per il blocco dei flussi migratori attraverso l’EU Trust Found, tra cui 25 milioni direttamente alla Guardia Nazionale Marittima tunisina. Il tutto nonostante le molteplici e documentate segnalazioni di violazioni dei diritti umani dei migranti da parte delle autorità locali.

"Mentre nel Paese stanno aumentando esponenzialmente i livelli di povertà e disuguaglianza, l’Ue fa vinta di non vedere quanto sta accadendo – aggiunge Pezzati - stringendo accordi che mettono lo sviluppo economico della Tunisia in secondo piano”.

L’agenda europea in Niger sta causando una drammatica crisi umanitaria al confine con l’Algeria

Non meno allarmante è la situazione in Niger, generata in buona parte proprio dalle politiche europee. Le pressioni sul Governo per il controllo delle frontiere e la detenzione dei migranti, stanno infatti costringendo sempre più persone a percorrere le rotte clandestine che sono in mano ai trafficanti. I rapporti delle Nazioni Unite rivelano che le autorità nella zona desertica alla frontiera tra Libia e Niger sono responsabili del 60% degli stupri e abusi subiti dalle donne migranti. Ma, nonostante questo, l’Unione europea continua a finanziarle con fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo.
Come se non bastasse, l’attuazione dell’agenda europea in Niger sta causando una drammatica crisi umanitaria al confine con l’Algeria – continua Pezzati – mentre gli aiuti esteri sono del tutto insufficienti a contrastare il dilagare della povertà estrema che colpisce il 40% della popolazione”.
In questo contesto si registra una gravissima mancanza di trasparenza nella destinazione dei fondi europei. Per 3 degli interventi finanziati nel Paese e presi in esame nel rapporto, ci si riferisce genericamente “alla gestione della migrazione”, senza chiarire nulla di più.

L'appello: urgente l’intervento del Parlamento europeo
Questa opacità è davvero preoccupante. – conclude Pezzati La Commissione deve mettere in campo tutti gli strumenti necessari per rendere trasparente la destinazione dei fondi e soprattutto mettere il Parlamento europeo nelle condizioni di intervenire con tempestività, per garantire che ogni euro stanziato per gli aiuti comunitari sia speso in modo giusto e non contribuisca alla violazione dei diritti umani. Questa distorsione è dovuta certamente all’assoluta incapacità dell’Unione europea di trovare un accordo tra gli Stati membri sulla gestione dei flussi migratori dentro l’Europa. Un fallimento delle politiche europee, così come di quelle nazionali, che è sotto gli occhi di tutti e rappresenta una pagina vergognosa del nostro presente. Per questo, chiediamo con forza che l’Unione europea cambi rotta, lavorando per la creazione di percorsi di migrazione sicuri e regolari prima di tutto dalla Libia e dalla Tunisia, utilizzando i fondi destinati agli aiuti per il loro vero scopo, ossia sconfiggere la povertà. Allo stesso tempo è necessario che l’Italia, in vista della prossima Legge di Bilancio, lavori per garantire che la destinazione di tutte le risorse destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo, siano coerenti con i principi di tutela dei diritti umani e non contraddicano gli obiettivi indicati dall’OCSE e dalle norme comunitarie”.