La Germania per la prima volta nella sua storia avrà una legge sull’integrazione dei profughi. È il risultato 'storico' raggiunto dalla Grande Coalizione di governo in un vertice prolungatosi per gran parte della notte e annunciato nel primo pomeriggio di ieri dal cancelliere Angela Merkel. «Abbiamo predisposto delle offerte per i migranti e profughi che hanno una buona prospettiva di rimanere in Germania e abbiamo introdotto anche doveri per chi rimane». Si tratta di un «accordo storico», ha aggiunto il vicecancelliere, il socialdemocratico, Sigmar Gabriel a cui ha fatto eco il leader dei cristiano-sociali bavaresi, Horst Seehofer, che ieri dopo molti mesi ha messo da parte le frizioni con il cancelliere sullo spigoloso tema dei profughi. «È stato un incontro molto costruttivo, abbiamo raggiunto dei risultati importanti per il Paese». Il governo ha messo a punto una serie di misure volte soprattutto a favorire l’integrazione di più di un milione di profughi giunti nell’ultimo anno. I media tedeschi hanno parlato dell’offerta di almeno 100.000 cosiddetti
ein-euro-Jobs, ossia l’accesso al lavoro promosso con fondi pubblici, a tariffe di uno o due euro l’ora, per assorbire gradualmente nel mercato del lavoro i migranti che già stanno percependo un sussidio dallo Stato tedesco. Saranno creati ed introdotti nuovi corsi obbligatori di integrazione, con lezioni di lingua ed educazione civica. Nei giorni scorsi il ministro degli Interni, Thomas de Maiziére (Cdu), aveva già annunciato una legge di integrazione che, tra le altre cose, dovrebbe prevedere un obbligo di residenza fissa qualora i profughi rifiutino di frequentare corsi di lingua o di accettare i posti di lavoro che vengono loro offerti. «A quanti rifiutino le offerte di integrazione, non sarà possibile dare un permesso di permanenza illimitato dopo i primi tre anni», aveva sottolineato il ministro alla tv pubblica
Ard. La legge sull’integrazione va a completare il cosiddetto
Asylpaket II, una serie di misure già approvate a marzo dal
Bundestag, che intendono facilitare i flussi dei richiedenti asilo provenienti da Paesi in guerra, come appunto Siria ed Iraq e allo stesso tempo limitare le richieste da chi proviene da altri Paesi considerati più sicuri. Il governo ha intenzione di creare dei centri appositi per chi ha meno prospettive di ottenere asilo e che probabilmente sarà rimpatriato. Novità anche riguardo ai ricongiungimenti familiari: i richiedenti asilo minorenni potranno aspettare fino a due anni prima di far arrivare i genitori in Germania. Il governo di Berlino, invece, sembra aver messo da parte una proposta soprattutto della Spd e del suo leader Sigmar Gabriel che aveva chiesto l’utilizzo di fondi pubblici per creare più alloggi per i profughi e per creare più posti di lavoro per insegnanti di asilo e nelle scuole. La proposta, definita da Gabriel, «piano di solidarietà », però secondo Merkel rischia di pesare eccessivamente sulle casse dello Stato federale. Secondo alcuni economisti i costi dell’accoglienza, dell’assistenza sanitaria e dell’integrazione stanno già mettendo a dura prova molti
Länder e Comuni. Sono state già fatte, invece, delle stime sul numero dei profughi che nel 2016 dovrebbe raggiungere la Germania. Secondo il tabloid
Bild ci sarà una diminuzione sensibile: circa 500.000 rispetto a 1,1 milioni del 2015, soprattutto a causa della chiusura del confine da parte degli Stati dei Balcani. Nel complesso, circa 120.000 immigrati sono arrivati in Germania dall’inizio dell’anno. Sono ufficiali, invece, i dati dell’Ufficio federale per l’immigrazione riguardo al primo mese del 2016, nel corso del quale sono state presentate 50.532 richieste di asilo, la maggior parte sono di cittadini siriani (27.146), seguite da iracheni (6.567) e afghani (4.917).