Migranti e lavoro. Calano le rimesse degli immigrati che vivono in Italia
Immigrato al lavoro come benzinaio (Ansa)
La crisi colpisce anche i lavoratori stranieri che vivono nel nostro Paese e i loro “salvadanai”. Per il secondo anno consecutivo cala il flusso di denaro verso l’estero. Fondazione ISMU segnala che nel 2016 si è registrato un ammontare che è poco più di 5 miliardi di euro, il 3,4% in meno rispetto all’anno precedente.
In forte crescita tra il 2005 e il 2011 – da 3,9 a 7,4 miliardi di euro – il flusso di denaro all’estero ha registrato una diminuzione a partire dal 2012. Con il brusco calo verificatosi nel 2013 – quasi un quinto in meno di denaro inviato all’estero rispetto all’anno precedente – sembra quindi avviata una fase di decrescita dell’ammontare delle rimesse verso i Paesi di origine dei migranti presenti in Italia.
Crolla la Cina, mentre al primo posto in graduatoria c’è la Romania. La Cina, che per anni è stato il primo Paese per rimesse ricevute dall’Italia (con oltre un quarto del denaro in uscita e punte del 39% nel 2012), oggi è crollata all’ottavo posto in graduatoria. Nel 2016 la Cina ha ricevuto solo 238 milioni di euro dall’Italia con un calo del 57% rispetto all’anno precedente: la diminuzione più importante tra i principali Paesi di destinazione, se si confronta inoltre col 2012, anno in cui i cittadini cinesi hanno inviato la cifra record di 2,7 miliardi di euro al proprio Paese di origine.
Al primo posto in graduatoria si conferma la Romania, che dal 2014 costituisce il principale Paese di destinazione del denaro inviato, e oggi rappresenta il 15% di tutte le destinazioni. Un Paese che registra aumenti è il Bangladesh, che nel 2016, con 487 milioni di euro di rimesse, è diventato il secondo per ammontare di denaro ricevuto dai propri concittadini in Italia. Al terzo posto troviamo le Filippine che ricevono in modo piuttosto stabile dal 2012 rimesse per 340 milioni di euro mediamente ogni anno. Aumenti importanti nell’ultimo anno si registrano per altri Paesi dell’Asia meridionale come Sri Lanka (+39%), Pakistan (+20%), India (+11%), e cresce nell’Europa dell’Est l’Ucraina (+16%).