Migranti. Arrivi a Lampedusa e in Calabria, l'emergenza sono i minori non accompagnati
Motovedette della Capitaneria di Porto impegnate nel salvataggio di persone migranti in mare a Lampedusa
Non calano gli arrivi a Lampedusa e sulle coste calabresi. Con un forte aumento dei minori non accompagnati. E cambiano le modalità di soccorso, per renderli più efficaci evitando i purtroppo sempre più frequenti naufragi, ma anche come segnale politico.
Dopo quattro sbarchi con 182 persone nella notte tra venerdì e sabato, l’hotspot di Lampedusa, che martedì sarà visitato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e dalla Commissaria europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson, è tornato a superare le 2.300 presenze, rispetto a una capienza di 400. In serata, dopo varie partenze, si è scesi a poco più di 800 ma a preoccupare è che di questi la metà sono minori non accompagnati, molti con meno di 14 anni, per i quali sarà difficile trovare velocemente una sistemazione. Un fenomeno nuovo.
Nella notte nave Dattilo della Guardia costiera attraccherà nel porto di Raggio Calabria con a bordo 500 immigrati provenienti da Lampedusa. Un nuovo impegno per l’imbarcazione che nei giorni scorsi assieme alla Cassiopea della Marina militare è stata inviata a pattugliare le rotte che partono dalla Turchia e dalla Cirenaica, in particolare per i pescherecci strapieni come quello naufragato davanti Pylos, provocando più di 600 morti. Una presenza, quella delle navi italiane, che è anche una risposta politica ad alcune accuse, totalmente infondate, provenienti dalla Grecia per non essere intervenuti in quell’occasione. Una presenza importante su quelle rotte è dunque un chiaro messaggio, un invito a tutti a fare la propria parte. Quello che si vuole assolutamente evitare sono nuove tragedie. Anche a Lampedusa, per i barchini che partono da Libia e Tunisia. Così si è deciso di avanzare l’area presidiata. E alcune imbarcazioni della Guardia costiera sono state inviate più al largo, proprio perché spesso le imbarcazioni degli immigrati sono già in difficoltà dopo poche miglia.
Dalla rotta turca gli arrivi in Calabria
Malgrado la Strage di Steccato di Cutro di quattro mesi fa, la rotta turco-greca è tornata a “scaricare” centinaia di persone sulle coste calabresi, in particolare Roccella Jonica e Crotone. Solo nel mese di giugno nel primo porto gli arrivi sono stati 9 con 604 persone, mentre nel secondo sono stati 5 con 903 persone. Tutte barche a vela partite dalla Turchia. Tranne l’ultima, una piccola imbarcazione con 23 migranti a bordo, tutti bengalesi, soccorsa della motovedetta della Guardia Costiera Cp311 a circa 45 miglia da Roccella. C’è il forte sospetto che fosse al traino di una “nave madre”. Solo nella cittadina della Locride si tratta quest’anno del 25mo arrivo, con quasi 4mila persone, più del doppio dello stesso periodo dello scorso anno. Così per allentare la pressione sul piccolo paese che dispone solo di una tensostruttura nel porto con 250 posti, gli ultimi arrivi, barche a vela con più di cento persone, sono stati equamente divisi con Crotone che ha a pochi chilometri il Cara di Isola di Capo Rizzuto, sicuramente più grande anche se attualmente molto pieno perché accoglie anche parte degli sbarcati in Sicilia.
E sempre dalla rotta turca veniva la barca a vela intercettata al largo di Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano, dai militari dalla Capitaneria di Porto. I migranti, tra cui egiziani, tunisini, marocchini e turchi, sono stati trasferiti nel porto commerciale di Augusta. Nel corso delle procedure di identificazione, gli agenti di polizia hanno scoperto che un 50enne turco era destinatario di un provvedimento di espulsione dall’Italia, per cui è stato disposto il suo arresto per rientro illegale nel territorio nazionale. L’autorità giudiziaria lo ha rimesso in libertà e contestualmente ha firmato il nulla osta per la sua espulsione. Due egiziani, sospetti scafisti, sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L'impegno delle Ong: 197 salvati dalla Humanity1
E prosegue anche l’impegno delle Ong malgrado le difficoltà poste dagli ultimi decreti del governo. Così la Humanity 1 dopo i 36 migranti soccorsi venerdì in area maltese, nella notte ha fatto altri 4 interventi di salvataggio in acque internazionali vicino a Lampedusa. Ora sono 197 le persone a bordo della nave umanitaria, diretta ad Ortona, come da indicazioni impartite dalle autorità italiane. Tra di esse 30 donne, una delle quali incinta e oltre 40 minorenni. Ortona, denuncia la Ong, “è raggiungibile solo dopo un viaggio di più di tre giorni. Questo ritardo nello sbarco di donne, bambini e uomini vulnerabili in un luogo sicuro impone un onere aggiuntivo e un rischio per la salute. Il capitano di Humanity 1 ha quindi chiesto alle autorità italiane di destinare un porto più vicino”. Bisognerà vedere se ora i 4 nuovi interventi faranno incorrere la Ong nel rischio di sanzioni, come previsto da cosiddetto “decreto Cutro”.
Intanto è iniziata la missione 101 della Open Arms salpata in mattinata da Napoli. "Ci dirigiamo verso il confine più mortale del Pianeta - afferma la Ong spagnola - nelle acque internazionali del centro Mediterraneo. Ne vale la pena per ogni singola vita che salviamo a bordo di questo vecchio rimorchiatore”.