Attualità

Libia. In sette giorni 2.000 migranti salvati dalla Guardia costiera, 200 dalle Ong

Nello Scavo sabato 16 giugno 2018

Sono quasi duemila i migranti salvati solo nell’ultima settimana dalla Guardia costiera italiana nelle acque di competenza libica. Dieci volte di più di quanto non abbiano fatto le sole ong rimaste in quel tratto nel quale erano accusate d’essere «taxi del mare». La spola nel Canale di Sicilia, adesso, viene prevalentemente svolta dalle unità navali italiane. Solo l’Ong Lifeline è rimasta nell’area mentre Sea Watch si è diretta a Malta per uno scalo tecnico e Aquarius procede verso la Spagna con il suo carico di migranti in gran parte salvati dalla Marina Militare, ma poi respinti dall’Italia.
Ieri il centro di coordinamento di Roma ha risposto a quattro chiamate da altrettanti gommoni verso cui si sono dirette le motovedette italiane che hanno preso in carico altri 550 migranti. «Nessuno può dire che ci sottraiamo alle nostre responsabilità», ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Non è accettabile che, su 23 Paesi che affacciano nel Mediterraneo, l’Italia sia l’unica a farsi carico di questa emergenza», ha aggiunto stavolta marcando la differenza dai toni di Matteo Salvini: «Le nostre grandi professionalità del mare – ha detto Toninelli – vengono messe ancora una volta a dura prova e sottoposte a condizioni di stress per altissime ragioni umanitarie». Gli interventi sono avvenuti all’interno di quella che dalla settimana scorsa è ufficialmente l’area Sar (ricerca e soccorso) di competenza libica, ma che da giorni vede latitare le motovedette di Tripoli.


E ci sarebbero almeno 2 persone disperse in seguito al salvataggio del 9 giugno da parte di Aquarius. La notizia arriva dall’Ong Sos Méditerranée ed è confermata da Alessandro Porro, uno dei membri del team di soccorso a bordo della nave in navigazione verso Valencia, dove arriverà domani con altre due unità, una della Marina, l’altra della Guardia costiera italiana. Su queste ultime sono stati trasferiti una parte dei 629 migranti soccorsi complessivamente il 9 giugno nel Mediterraneo. Per gli stranieri a bordo la situazione è più che surreale. Respinti dall’Italia, sono passati a poche miglia dalle coste francesi della Corsica, ma la loro traversata deve proseguire probabilmente fino a domani.
«L’Italia – scrive in polemica "Medici senza frontiere" – rifiuta un porto sicuro a 629 persone esauste tratte in salvo sotto il coordinamento delle proprie autorità marittime, le manda in Spagna con un’odissea di mille chilometri attraverso il Mediterraneo, ma non fa mancare doni ai bambini», come mostrano alcune foto con i regali fatti recapitare ai naufraghi dalle autorità italiane. «La storia ricorderà che l’Aquarius è passata a 7 chilometri dalle coste francesi, che il presidente Emmanuel Macron e il governo hanno preferito "offrire il loro aiuto" alla Spagna e lasciare 629 persone deboli per altri tre giorni in mare», osserva l’ong francese Medecins du Monde.


Intanto si è sbloccata, dopo il deciso intervento del Dipartimento di Stato Usa attraverso l’ambasciata a Roma, la situazione della nave della Marina americana Trenton, che martedì aveva soccorso 42 persone da un gommone affondato. Una nota interna del Viminale accusa indirettamente la Trenton di non essersi occupata delle vittime: «I cadaveri di 12 persone sono stati lasciati alla deriva», si legge. L’unità navale americana ha richiesto il coordinamento alla Centrale operativa della Guardia costiera di Roma. La risposta positiva è arrivata solo ieri, dopo giornate nelle quali non sono mancate le tensioni e si è rischiato il caso diplomatico, con la Farnesina che ha sempre ribadito che «a gestire la vicenda è il Ministero dell’Interno». L’episodio, infatti, stabilisce un precedente: perché l’ong Sea Watch, in mancanza dell’assegnazione di un porto di sbarco vicino (Malta o Italia), si è rifiutata di ricevere a bordo i 42 salvati dagli Usa; e perché la Us Navy certamente non si sarebbe sobbarcata un viaggio fino in Spagna, di fatto assestando insieme a Sea Watch il primo colpo alla "dottrina Salvini" sui porti chiusi.
Domani mattina il vascello statunitense si porterà a sud di Lampedusa dove le motovedette della Guardia costiera italiana prenderanno in carico i 42 superstiti. Come gli altri 550 intercettati ieri verranno tutti portati in Italia.