Attualità

Migranti. Tragico naufragio in Tunisia: 612 soccorsi (18 morti)

Daniela Fassini lunedì 17 marzo 2025
Uno dei cinque minori salvati la notte scorsa da Emergency

Uno dei cinque minori salvati la notte scorsa da Emergency

La guardia nazionale tunisina ha soccorso 612 migranti e recuperato i corpi di altre 18 persone in diverse operazioni notturne al largo della costa mediterranea del paese. Le immagini diffuse della guardia costiera tunisina mostrano persone esauste, a volte con in mano boe nere, tra cui donne e bambini, alcuni dei quali sembrano morti. I sopravvissuti sono stati salvati dopo che le loro imbarcazioni si sono capovolte in diverse operazioni nella regione di Sfax. Le autorità tunisine hanno affermato che i migranti a bordo erano tutti provenienti da paesi dell'Africa subsahariana che tentavano di attraversare il mare per raggiungere l'Europa.

Intanto, nuova operazione di soccorso della Life Support, la nave di Emergency ha tratto in salvo nelle acque internazionali della zona Sar libica, 35 migranti che erano su un gommone che stava imbarcando acqua. Nessuno dei passeggeri indossava il giubbotto salvagente. Tra loro una donna, una bambina e cinque minori non accompagnati, spiega Anabel Montes Mier, capomissione della nave Ong. Le autorità italiane hanno assegnato come porto sicuro per lo sbarco La Spezia, che dista 670 miglia di navigazione dalla zona in cui é stata effettuata l'operazione di salvataggio.
Ci vorranno ancora almeno tre giorni di navigazione prima che le persone soccorse potranno finalmente toccare terra. L'arrivo previsto nel porto ligure è infatti alle 18 di giovedì 20 marzo. «Questo significa tre giorni in più per arrivare, soprattutto significa aumentare la sofferenza dei naufraghi, tutte persone già provate e vulnerabili, afferma la Ong. Le persone soccorse hanno riferito di essere partite da Sabratah, in Libia, domenica sera alle ore 20 circa. I naufraghi provengono da Sudan, Sud Sudan e Tunisia. «Paesi devastati da conflitti armati, instabilità politica e povertà - sottolinea Emergency -. In particolare, il Sudan è, secondo le Nazioni Unite, il Paese dove è in corso la più grave crisi umanitaria per complessità e dimensioni dei giorni nostri».

Von der Leyen: I rimpatri? Possono essere organizzati da Frontex

In vista del consiglio europeo di giovedì, con al centro il tema migranti e in particolare i rimpatri di quelli entrati in Ue e provenienti dai Paesi sicuri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha indirizzato ai leader Ue una lettera sulle politiche migratorie. «Per completare il nuovo approccio comune sui rimpatri, la Commissione sta inoltre preparando una proposta sulla digitalizzazione della gestione dei casi di rimpatrio per la fine dell'anno. Il nuovo approccio contribuirà anche alla prossima revisione di Frontex, in cui sarà importante garantire che le operazioni di rimpatrio possano essere organizzate direttamente da Frontex con i Paesi terzi, migliorando al contempo il ruolo dell'Agenzia nella prevenzione della migrazione irregolare» scrive la presidente della Commissione europea. «Un sistema europeo comune ed efficace per i rimpatri è essenziale per il funzionamento della politica migratoria dell'Ue - aggiunge Von der Leyen - Con la proposta presentata l'11 marzo per un regolamento su un sistema comune per i rimpatri, stiamo fornendo un quadro robusto e moderno per affrontare una evidente debolezza nella nostra gestione complessiva della migrazione». Sul concetto di Paesi sicuri «la nostra intenzione è presentare una proposta per una prima lista Ue di paesi di origine sicuri nelle prossime settimane» conclude.