I vescovi italiani, tramite la
Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana,
rivolgono un appello al governo e, in prima persona, allo stesso
premier Matteo Renzi perché si crei la possibilità di un
"permesso di soggiorno umanitario" per tutti i migranti ospitati
nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Pena, affermano i
vescovi italiani, l'aumento indiscriminato del popolo degli
"invisibili" e degli sfruttati, oltre che l'ingestibilità della
situazione.
"Sta crescendo
il popolo dei diniegati, che nel corso
dell'anno potrebbe arrivare al numero di
40.000 migranti. Serve
valutare, da parte del Governo, la possibilità di un permesso di
soggiorno umanitario per evitare che si crei un popolo di
invisibili, sfruttati", ha affermato
monsignor Gian Carlo
Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes,
l'organismo pastorale della Cei per i migranti e i richiedenti
asilo, attualmente presieduto dal vescovo ausiliare di Roma
monsignor Guerino Di Tora. Perego lo ha detto intervenendo ieri
al Convegno del Cvm a Porto San Giorgio (Fermo), dal titolo
"Frontiere umane, Popoli migranti".
"Le Commissioni territoriali di fatto stanno operando sulla
base di una lista dei Paesi sicuri e stanno negando una forma di
protezione internazionale o umanitaria talvolta a nove su dieci
dei richiedenti", ha sottolineato il direttore di Migrantes.
"Questa situazione - ha proseguito - creerà un fenomeno
grave, perché il Governo non sarà in grado di rimpatriare le
persone, le persone stesse si renderanno irreperibili e sul
territorio si creerà una situazione di insicurezza per le
persone migranti o residenti".
Secondo monsignor Perego, "occorre utilizzare uno strumento
che il Testo unico sull'immigrazione prevede, cioè un decreto
del presidente del Consiglio che offra la possibilità di
un
permesso umanitario per le persone in fuga da disastri
ambientali, da persecuzione politica e religiosa, da
sfruttamento grave".