Attualità

ISTANZA CHOC. «Mia figlia non stia con il nonno disabile»

Pino Ciociola domenica 28 febbraio 2010
Luisa (nome di fantasia, ndr) gioca, fin da quando è nata, salendo sulle gambe del nonno materno nel suo letto. Gli fa scherzetti per poterne ridere insieme. Ci va in giro seduta sulle sue ginocchia quand’è in carrozzella. E qualche volta fa anche finta di dargli da mangiare, lei stessa, col sondino. Ha così insistito, e per così tanto tempo, che ora lui in qualche modo (usando cioè solamente le dita delle mano sinistra) riesce a dipingere coi colori della piccola nipotina, che ha tre anni e mezzo.Per lei – semplicemente – il nonno parla diversamente, si nutre diversamente, comunica diversamente: niente di più, niente di meno. I piccoli non si formalizzano mai troppo sui dettagli. Basterebbe vederli e sentirli quando sono l’uno con l’altra. Anzi, basterebbe guardare i sorrisi nelle decine di foto che li ritraggono l’una accanto all’altro negli ultimi tre anni.Vivono in una città dell’Emilia Romagna. La mamma di Luisa si sta separando dal marito: una separazione non indolore, né consensuale. E intanto si è dovuta trasferire con la bimba proprio dai suoi genitori. Ma il marito coi suoi avvocati adesso hanno deciso di spingersi a presentare una richiesta che non ha precedenti: «Per meglio comprendere l’intera situazione – scrivono, motivandola, al Tribunale nel loro ricorso – giova ricordare» che il nonno di Luisa «è disabile al cento per cento da anni, essendo afflitto da una grave malattia».E «pur comprendendo il dramma umano di una famiglia che coabita con situazioni di tale gravità – bontà loro –, è pur vero che tale ambiente non è il più idoneo a far crescere una bambina di soli tre anni e mezzo, che ha bisogno di vivere in un ambiente armonioso e meno afflittivo, cosa che per altro ha sempre fatto, vivendo nella casa dov’era nata e cresciuta ed è giusto torni a vivere, tant’è che la bambina nonostante la giovane età, mostra già segni evidenti di disagio».Un colpo bassissimo. E se è vero che in genere sono pochi i coniugi che se ne risparmiano nelle separazioni giudiziali, lo è almeno altrettanto che stavolta la richiesta del marito e dei suoi due legali si sia spinta a ignorare almeno due principii addirittura costituzionalmente tutelati. Quello sottolineato nell’articolo 2 della Carta: «La Repubblica (...) richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». E quello nell’articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».Così, dai legali del nonno e della nonna di Luisa è già stato depositato un esposto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati – contro quei loro due colleghi – proprio per «aver violato principii della nostra Carta costituzionale tutelati dal nostro ordinamento, oltre che secoli di civiltà», con quanto sostenuto nel ricorso. «Se il disabile grave non è un nonno, ma un genitore o un fratellino? – si legge nel lungo esposto – È legittimo che un avvocato, avallando le inusitate istanze del proprio cliente, chieda l’allontanamento e l’affidamento del minore "sano" ad altra famiglia o magari ai servizi sociali?». Oppure, ancora: «Può un avvocato proporre istanza per l’allontanamento dai giardini pubblici dei disabili perché la loro vista è "afflittiva" per i bambini?».La piccola Luisa, nel frattempo, non sa niente di carte bollate e battaglie fra separandi: lei continua a giocare allegramente col nonno che, pur essendo cieco e avendo la completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo (a parte quelli della mano sinistra e della bocca), è lucido, sveglio e ben presente a se stesso. E siccome lui aveva già scritto qualche anno fa un libro (dettandolo faticosamente un po’ alla volta), la nipotina ha deciso d’allestire una piccola "mostra" coi disegni realizzati insieme al nonno, visto che fra l’altro anche lei ormai ha deciso di disegnare solamente usando... le dita.