Quasi 600mila foto individuate e 100mila
video rilevati. Bambini da 0 a 3 anni sempre più coinvolti. Un orrore
senza fine che non risparmia nemmeno i neonati. E all'Europa il record
negativo. Sono i dati sconvolgenti dell'ultimo rapporto
dell'Associazione Meter sui 'Crimini contro l'infanzià. Il Report
2014 sulle attività contro la pedofilia e la pedopornografia in Italia
e all'estero rappresenta una mappatura mondiale del fenomeno online e
fa luce sulla drammatica realtà di abusi sessuali e maltrattamento sui
bambini.
Meter ha individuato 574.116 foto di bambini da 3 a 13 anni divulgate
in rete da pedofili, 95.882 video per la stessa fascia d'età e 621 tra
foto e video di bambini da 0 a 3 anni. Dietro i numeri, spiega
l'associazione fondata da don Fortunato Di Noto, ci sono "bambini
stuprati, in molti casi anche sodomizzati e torturati" e le foto
"rappresentano un campione delle crudeltà che subiscono". "L'abuso
virtuale è un abuso reale" scandisce a chiare lettere l'associazione,
mettendo in guardia dal rischio di una distorta percezione del
fenomeno. I dati hanno permesso di avviare indagini in Italia e nel
mondo portando a numerosi indagati e arresti per detenzione,
divulgazione e sfruttamento sessuale dei minori.
L'associazione, che nel 2008 ha siglato una convenzione con la Polizia
Postale tutt'ora in vigore, dispone di un osservatorio, l'Os.mo.co.p,
altamente specializzato per la ricerca e l'elaborazione
dati
all'interno della rete internet, che ha dimostrato la sua capacità
intervenendo nella rilevazione e nell'individuazione di siti a
contenuto pedopornografico in costante sinergia con le autorità
competenti. L'analisi dettagliata di ogni segnalazione, sottolinea
Meter, ha permesso di verificarne l'attendibilità e inoltrare la
denuncia alle figure dell'ordine preposte italiane e straniere.
L'analisi dei dati raccolti da Meter indicano, "sulla
base delle nostre segnalazioni - spiega l'associazione - come l'Europa
sia il continente col record negativo. Il 37,34% delle segnalazioni
pone il Vecchio Continente in testa alla classifica, seguito da Africa
(24,67%), America (23,25%), Asia (12,93%), Oceania (1,8%). È da notare
che il primo posto, nel 2013, era occupato dall'Africa".
Scorrendo i dati del Report 2014, si scopre che il numero di siti
segnalati alle autorità competenti dalla sezione monitoraggio Meter è
cresciuto. Dal 2003 al 2014 i siti segnalati sono 115.493, ma dopo il
boom 2011 con 20.390 siti segnalati, il 2012 ha visto quota 15.946 e
il 2013 erano 6.389. Quest'anno si è toccata quota 7.712. "Questo è il
punto di partenza e non la fine - evidenzia l'associazione - perché
l"offertà pedofila ha scoperto un nuovo modo di comunicarsi
rappresentato da altri canali che non sono necessariamente i siti.
Oggi ci sono, infatti, i social network e gli archivi telematici".
La diffusione di siti pedofili su domini di primo livello offre questa
hit parade della vergogna: Slovacchia (764), Libia (701), Colombia
(492), Giappone (287), Georgia del Sud (198), Russia (117), India
(113), Montenegro (96), Mauritius (77), Lettonia (69). In Germania 44,
in Italia 14.
La nuova forma di rischio su Internet è il
deep web, una
serie di domini entro altri domini che porta a nascondere tutto e
renderlo quasi irrintracciabile, sottolinea l'associazione. Ad oggi le
indagini sono molto complicate, al punto che le polizie non riescono
ad agire con la prontezza richiesta e molto spesso si disperde il
lavoro effettuato da Meter. Combattere il deep web significa
contrastare immediatamente i pedocriminali e liberare immediatamente i
bambini coinvolti in questo mercato di violenza inaudita, secondo
l'associazione.
In un anno le segnalazioni su comunità e social network sono
diminuite, passando da 1.048 a 180. Se nel 2013 Facebook era in testa
alla classifica con 570 segnalazioni e Vkontakte 463, l'anno 2014 ha
visto 63 segnalazioni per Linkbugs (non in classifica nel 2013), 34
per Vkontakte (che resta al secondo posto) e 32 per Facebook che
scende al terzo posto. Salgono Blogspot e Google (20 segnalazioni), Al
Femminile passa da 1 a 5, Ask entra in classifica con 4, Youtube
scende da 7 a 1 e Twitter da 6 a 1.
Ma i rischi di molestia e adescamento per minori su Facebook e
Vkontakte sono in crescita, avverte Meter. Questo perché il social
network permette al pedofilo di fornire false identità eliminando
differenze d'età o culturali che normalmente pongono limiti nelle
relazioni de visu tra minori e adulti. Internet serve poi al pedofilo
perché gli permette l'uso di forme soft di molestia verbale o primi
approcci per spingere ad un incontro dal vivo.