I Carabinieri del Comando
Provinciale di Messina hanno notificato sei fermi della Dda ad
altrettanti cittadini italiani e hanno fermato due cittadini
romeni ai quali viene contestato il reato di associazione per
delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù.
I militari del Nucleo Investigativo hanno sventato il
tentativo di alcuni pregiudicati della provincia di Messina di
vendere, dopo averlo acquistato in Romania, un bambino di 8 anni
ad una coppia della zona, che ha pagato 30.000 euro per entrare
in possesso del minore, invece di seguire la regolare procedura
della richiesta di adozione.
La coppia, originaria di un comune dei Nebrodi, ma residente in Svizzera, non ha esitato a "comprare" un bimbo romeno rivolgendosi a un'organizzazione che ha messo in atto
un piano complesso che risale addirittura al 2008. Gli investigatori hanno fermato inoltre la madre ed il fratello del bambino romeno, che oggi ha otto anni. L'età del piccolo non è casuale e si ricollega all'escamotage tentato dai due coniugi per riuscire ad avere un figlio ad ogni costo.
Nel 2008 la coppia aveva denunciato la nascita di un bambino mai esistito. Si sarebbe poi attivata per attribuire le generalità di questo figlio "fantasma" ad un bimbo individuato in Romania attraverso alcuni intermediari. I due coniugi si sarebbero accordati con i familiari del bambino per una cifra di trentamila euro. La consegna del denaro sarebbe avvenuto il 17 gennaio scorso in una zona di campagna nei Nebrodi. Una settimana dopo i due coniugi, con la madre rumena ed il fratello maggiorenne del bambino venduto, partono alla volta di Messina. Ma i carabinieri, che stavano già monitorando la vicenda, sono intervenuti prima della consegna del bimbo ai futuri genitori. Il piccolo sta ben, è stato adesso affidato ad una comunità per minori di Messina e potrà essere adottato regolarmente.L'indagine si è dipanata tra la Sicilia, la Toscana, dove uno
dei fermati poteva vantare appoggi, e la Romania. Gli 8 fermati
si trovano ora tutti in carcere, in attesa di essere interrogati
dal magistrato."Quello che è accaduto è un fatto incredibile e molto grave. Cercheremo di approfondire come questa coppia abbia potuto presentare un certificato di nascita che attestava che aveva avuto un figlio di cui in realtà non c'è traccia". Lo ha detto il comandante dei carabinieri di Messina Stefano Spagnol. "È un'indagine destinata a proseguire - ha spiegato Spagnol - ci sono ancora tante altre cose da verificare e chiarire. Stiamo accertando anche se esistano alti casi del genere".