A due giorni dal referendum sulle trivelle la politica continua a essere divisa. Da una parte, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, molti ministri e la maggioranza del Pd schierati a favore dell’astensione e, dall’altra, le opposizioni e la minoranza democratica che promuovono in modo trasversale il diritto-dovere di partecipare alle consultazioni, salvo poi essere divisi, a loro volta, tra favorevoli e contrari per quanto riguarda il merito del quesito referendario.
Il premier ha anticipato di due giorni la sua e-news per spiegare ancora una volta la sua posizione. "Ogni scelta è legittima. Come ha spiegato magistralmente Giorgio Napolitano in un'intervista a Repubblica se un referendum prevede un quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima al pari delle altre".
Ad andare alle urne saranno sicuramente i presidenti di Camera e Senato. Laura Boldrini si è detta convinta che in Italia sarebbe giusto «incoraggiare la partecipazione e non certo scoraggiarla. Poi, ognuno vota – ha spiegato – quello che vuole». Anche per il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso il referendum «è uno strumento popolare, democratico, costituzionale. Quindi io certamente parteciperò alla votazione». E sulla stessa linea dovrebbe assestarsi anche il presidente Sergio Mattarella (anche se il Quirinale ancora non conferma ufficialmente) seguendo la tradizione dei suoi predecessori al Colle. Naturalmente non è dato sapere quale preferenza esprimerà il Capo dello Stato. Tra le forze schierate in Parlamento, M5S, Lega e Sinistra italiana fanno da giorni campagna per il 'Sì', mentre la sinistra dem e Forza Italia sono a favore della partecipazione ma poi al loro interno si diversificano tra favorevoli e contrari. Se infatti Bersani e D’Alema (oltre a Prodi) hanno annunciato il 'No', Speranza insiste per il sì tanto da aver deciso anche di scrivere una lettera ai militanti invitandoli a «correggere gli errori dei dirigenti». Stessa situazione in campo azzurro: c’è chi come il capogruppo alla Camera Renato Brunetta voterà 'no' e chi come il governatore della Liguria Giovanni Toti voterà 'sì'.