Allarme meningite. Contagio, sintomi, cure: ecco le cose da sapere
Saliva, starnuti, baci, scambio di posate, condivisione di alimenti: si trasmette così la meningite batterica, malattia non frequente ma molto aggressiva - come dimostrano anche gli ultimi due decessi avvenuti in Toscana, tra cui quello di un bambino di 22 mesi a Firenze - al punto che una persona su dieci, tra chi si ammala, muore, e tre riportano conseguenze permanenti. Evitarla è possibile grazie ai vaccini e gli antibiotici servono per i casi di emergenza.
Come si prende la meningite?
I batteri che provocano la meningite sono il meningococco, il pneumococco e l'emofilo. Albergano nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici. La presenza non è in sé indice di malattia e la trasmissione avviene da persona a persona attraverso secrezioni respiratorie, ma questi batteri fuori dell'organismo sopravvivono solo per pochi minuti.
Che sintomi ha?
Sono inizialmente difficili da riconoscere e per questo spesso la diagnosi arriva tardi. Nelle prime 10 ore compare febbre e stato simil influenzale. Successivamente il mal di testa diventa forte, compare rigidità muscolare e la febbre diventa alta. Dopo circa 20 ore si presentano sintomi gravi come perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo.
Quali sono le età più a rischio?
Le età più a rischio di contrarre l'infiammazione della membrana che riveste cervello e midollo (meninge), sono quelle relative a bimbi piccoli e giovani under 25, per via delle maggiori situazioni di socializzazione che favoriscono il contagio.
Quale la prognosi?
In genere è complicata, soprattutto tra i neonati. Nel 10% dei casi la malattia è rapida e acuta, e porta al decesso in poche ore. Solo il 50-60% guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze gravi, tali ad esempio da rendere necessarie protesi acustiche o degli arti. Possono riportarsi cicatrici invalidanti e problemi alla vista.
Che tempi di incubazione ha la malattia?
Dura 10 giorni, nell'ambito di questo periodo si può fare la profilassi, ovvero una terapia antibiotica specifica: più è precoce, maggiori le probabilità che la malattia guarisca. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari anche se possono dare origine a focolai epidemici.
È giusto vaccinarsi?
Evitare la malattia è possibile grazie ai vaccini, disponibili per adulti, anziani e bambini. Ci si può vaccinare contro meningite da Haemophilus influenzae di tipo B, per le forme causate dallo pneumococco e dai ceppi A, B, C, Y, W 135 del meningococco. Tra questi ceppi quello più diffuso è il B. I bambini vengono vaccinati contro il meningococco C all'età di un anno, ed un richiamo è poi consigliato durante l'adolescenza perché col tempo il vaccino perde di efficacia. Questa vaccinazione è presente da circa 10 anni, quindi gli adulti non sono coperti.