Si celebra al Palazzo del Quirinale la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. Con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presenti fra gli altri il presidente della Camera Gianfranco Fini, la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, i ministri dell'Interno Roberto Maroni, della Difesa Ignazio La Russa, della Giustizia Angelino Alfano, la capogruppo del Partito democratico Anna Finocchiaro, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino, il capo della polizia prefetto Antonio Manganelli e i vertici militari. Nel grande Salone dei Corazzieri al Quirinale, presenti i famigliari delle vittime del terrorismo e delle stragi che hanno insanguinato l'Italia a partire dalla fine degli anni '60 e fino ai giorni più recenti. "Anni -ricordava ieri il Capo dello Stato- sui quali oggi c'è più consapevolezza di cosa siano stati, nel tentativodi costruire una storia comune".
L'incontro tra le vedove di Pinelli e Calabresi. Ed è proprio in quella sala, al Quirinale, che è avvenuto un incontro significativo per il nostro Paese e la memoria degli anni di piombo: Licia Pinelli, vedova dell'anarchico Giuseppe Pinelli, e Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, si sono incontrate per la prima volta al e si sono salutate stringendosi la mano.
Il discorso di Napolitano. A prendere la parola è stato poi il presidente della Repubblica Napolitano, per il discorso ufficiale, che si è commosso ringraziando la vedova Pinelli per aver accettato l'invito aricordare quest'anno le vittime del terrorismo al Quirinale con la vedova Calabresi. Auspica una "visione unitaria" sulla storia di quegli anni, invita a non dubitare dell'operato della magistratura che indagò sull'eversione (indiretto ma chiaro riferimento al giudice D'Ambrosio) e, strappando un applausosentitissimo dalla platea dei familiari delle vittime, chiede la restituzione di Cesare Battisti dal Brasile.Quella del terrorismo per il capo dello Stato fu "eversione", non contestazione. No a "ricostruzioni basate su memorie romanticheggianti e autogiustificative", dunque, di una "stagione sciagurata". Sia chiaro, memoria unitaria non vuol dire chiudere gli occhi, perchè "non c'è giustificazione o attenuante possibile" per chi sparò su vittime innocenti.