Consiglio Ue. Meloni e Macron vicini su Patto di Stabilità e migranti
Giorgia Meloni e Emmanuel Macron parlano fitto. Sorridono. Brindano con vino rosso. Le immagini del vertice notturno nella sala bar dell'hotel di Bruxelles, scelto dai due leader arrivati per il Consiglio Ue, raccontano un clima disteso. E di una volontà comune di giocare di sponda sulle grandi questioni economiche che interrogano l'Unione.
Il presidente francese alla fine conferma: «È stata un'ottima discussione». Sono le sole parole del bilaterale notturno Italia-Francia. Ma bastano per raccontare di dialogo che prende forza. E, parallelamente, di un'idea di un veto italiano sul Patto di stabilità che con il passare delle ore sembra allontanarsi. Macron e Meloni parlano già da tempo quando nella sala si fa vedere anche il Cancelliere tedesco Olaf Scholz in maglietta grigia a maniche corte. Saluta Meloni e Macron, poi resta a lungo seduto in un tavolo vicino con il suo staff. Solo più tardi si unisce ai leader di Italia e Francia.
Ora le immagini non devono ingannare. Le risate e i volti distesi contano. Ma la partita che si prepara a giocare Meloni non è affatto semplice e non è affatto scontata visto che lei solo poche ore fa confidava nelle conversazioni più private di non avere nessuna intenzione di firmare un Patto di stabilità che non può mantenere. Insomma il Consiglio europeo che si apre oggi non sarà una strada in discesa. L’allargamento all’Ucraina e il capitolo economico con la revisione del bilancio europeo e, con sullo sfondo, il grande nodo del Patto di stabilità che potrebbe essere rinviato all’Ecofin della prossima settimana, agitano i leader della Ue.
Meloni - raccontano ai piani alti di Palazzo Chigi - anche con Macron è stata netta. Il nuovo Patto di stabilità non può trasformarsi in un compromesso troppo punitivo per i Paesi ad elevato debito. E poi dall'Europa serve una svolta vera sul capitolo immigrazione. E svolta vera vuol dire risorse vere. Macron e Meloni marciano fianco a fianco ma Bruxelles sembra decisa invece a "tagliare" del 30 per cento i fondi che si era deciso di stanziare.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier ungherese Victor Orban - Immagine fornita dalla Presidenza del Consiglio
Ultimo nodo è il supporto all'Ucraina. Sembra inevitabile lo scontro tra l'Ungheria e gli altri 26 sull'apertura ai negoziati per l'ingresso di Kiev. Meloni anche su questo decisa a giocare la sua partita e proprio in queste ore è andato in scena un incontro bilaterale tra la premier e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Che in precedenza aveva incontrato anche il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Oltre a Emmanuel Macron e Olaf Scholz.