Manovra. Meloni e i sindacati si parlano, ma non si intendono: sciopero confermato
Giorgia Meloni saluta Luigi Sbarra, leader Cisl, con in mano i "regali" portati alla premier dai segretari di Cgil e Uil
Cinque ore di incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e i sindacati sul disegno di legge di bilancio. Un faccia a faccia insolitamente lungo, iniziato con un siparietto: il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha regalato alla premier Giorgia Meloni una calcolatrice (dopo la recente gaffe in tv della premier sui fondi per la sanità), mentre quello della Cgil, Maurizio Landini, le ha donato il libro di Camus "L'uomo in rivolta", con riferimento alla "chiamata alle armi" fatta dalla sigla di corso d'Italia.
Per il governo erano presenti anche il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, e i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Marina Calderone, Giuseppe Valditara, Orazio Schillaci, Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati, oltre ai segretari di Cgil, Uil e Cisl, erano presenti i rappresentanti di Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.
Giorgia Meloni si è rivolta ai leader sindacali affermando tra l’altro: «Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali» tenendo «i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita, non sulla ricerca del consenso». Note polemiche su alcuni passaggi, come quello sulle banche: «La credibilità e il coraggio di questo Governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio. E’ un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale». Sulle pensioni, Giorgia Meloni ha detto che «anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall'Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate». Tra i vari punti trattati, anche quello della riforma fiscale «che stiamo progressivamente attuando, improntata sul necessario riequilibrio del rapporto tra Stato e cittadini e che ha iniziato a dare i primi effetti: registriamo da una parte un incremento record delle entrate tributarie e dall'altra un incremento record delle somme recuperate all'evasione fiscale».
Cgil e Uil al termine dell’incontro hanno comunque confermato lo sciopero generale del 29 novembre contro la manovra. «Confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di Bilancio che non dà un futuro al nostro Paese», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Per il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, invece, «la manovra va considerata il punto di partenza di un cammino che porti a un accordo tra parti sociali e istituzioni capace di sostenere il rilancio economico e la coesione».