Governo. Meloni s'insedia a Palazzo Chigi. «Emotivamente impattante». Applausi a Draghi
Il passaggio della campanella del Cdm dalle mani di Mario Draghi a quelle di Giorgia Meloni
Alle 11 e 58 Giorgia Meloni ha suonato la campanella e ha segnato l’inizio di una nuova era. Ha inizio quella della prima donna e prima leader di destra arrivata alla presidenza del Consiglio. E si è chiusa, allo stesso tempo, l’avventura durata 616 giorni a Palazzo Chigi di Mario Draghi, ex presidente della Banca centrale europea.
Il tradizionale rito della campanella che viene usata nelle sedute del Consiglio dei ministri (in vigore in versione pubblica da 26 anni: il primo fu quello fra Lamberto Dini e Romano Prodi nel 1996) è l’ultimo atto formale prima dell’insediamento effettivo del nuovo capo del governo, che difatti subito dopo ha potuto presiedere il primo Consiglio dei ministri della XIX legislatura. L’ex premier Draghi era arrivato alle 10 e 05, quindi in largo anticipo sul protocollo ufficiale previsto alle 10,30. Giorgia Meloni, in tailleur scuro con pantaloni, camicetta bianca e scarpe basse, invece ha varcato la porta di palazzo Chigi alle 10.30 a bordo di un’Alfa Romeo, dato che aveva chiesto un’auto italiana. Poi dentro il cortile di palazzo Chigi è stata accolta dagli onori militari, prima di salire sullo scalone che porta all’ingresso del salone dei Galeoni. Al primo piano è stata accolta in maniera affettuosa da Draghi: «Benvenuta», le ha detto. «E’ una cosa emotivamente molto impattante», è stata la risposta della neo-premier ancora mentre saliva le scale.
I due si sono appartati quindi per un’ora e mezza, per un colloquio ben più lungo del previsto quindi. Un passaggio di consegne dettagliato, pesante e importante, fra due persone che si stimano reciprocamente e che si sono scambiate le opinioni sui numerosi dossier trasmessi in eredità all’esecutivo di centrodestra. Non sarà mancato, di sicuro, anche qualche consiglio da parte di Draghi. Che, dopo le foto per la cerimonia della campanella (presenti anche i due sottosegretari alla presidenza, quello uscente Roberto Garofoli e il subentrante Alfredo Mantovano), è sceso a sua volta nel cortile per ricevere gli onori militari dal picchetto d’onore. Infine, un convinto ma sobrio (anche nella durata) applauso dai dipendenti affacciati alle finestre interne e giunti appositamente a palazzo anche nella giornata festiva. Ora tocca al governo Meloni.