L'intervista. Meloni: «Questa legge porterà ingovernabilità»
La nuova legge elettorale? «È costruita per favorire un 'governo di inciucio'. Nell’attuale sistema tripolare, alla fine non vincerà nessuno e si aprirà una legislatura di ingovernabilità». È sera e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sta tornando a casa in automobile («Ho messo il vivavoce, la sicurezza prima di tutto»). Il voto di fiducia sul Rosatellum Bisle lascia l’amaro in bocca: «Hanno forzato la mano per farla passare in Senato, ma è una legge liberticida».
Perché?
Le liste bloccate consentono ai segretari di partito di 'nominare' i parlamentari, nonostante vari leader abbiano assicurato che non sarebbe più stato possibile. Noi avevamo chiesto la discrezionalità nel ricorso al meccanismo, ma non hanno voluto ascoltarci. Ma soprattutto, la legge è palesemente disegnata per non far vincere nessuno.
Ne è convinta?
È matematico. Siamo in un sistema tripolare e per vincere, uno dei tre poli dovrebbe fare il 40% nel proporzionale e vincere in più del 70% dei collegi. Non è impossibile, per carità, ma molto difficile. Ciò detto, come Fratelli d’Italia ci batteremo per costruire una coalizione di centrodestra, cosa non semplice, che provi a toccare quella soglia per dare agli italiani un governo solido e rappresentativo.
Se si dovesse ricorrere a un governo di larghe intese, ci stareste?
In nessun modo.
Neppure se Forza Italia dovesse entrarci?
No, perché finirebbe inevitabilmente per diventare un governo fatto per difendere interessi che non sono del popolo italiano, come è stato da Monti fino a Gentiloni.
Dopo i referendum in Lombardia eVeneto non si allarga lo iato fra voi e la Lega?
Se non ci fossero differenze, mi iscriverei alla Lega. Su alcune cose abbiamo convergenze e su altre no, ma trovare una sintesi è possibile.
Berlusconi e Salvini ipotizzano un referendum autonomista in ogni Regione. Cosa ne pensa?
Non sono d’accordo. Aprendo ai localismi, chi può escludere che un domani anche le città si facciano avanti? Se il criterio è il reddito pro capite, Milano potrebbe chiedere di staccarsi da Pavia. È un modo sbagliato di procedere.
E quale sarebbe quello giusto?
Una riforma costituzionale, che iscriva le istanze di federalismo all’interno di un quadro presidenzialista.
Ma dopo il referendum, fra lei e Salvini il rapporto di collaborazione reggerà?
È solido, come sempre.
Chi sarà il leader della coalizione del centrodestra? Ancora Berlusconi? Salvini? Lei?
Io respingo l’idea dell’editto. Forza Italia insiste sul fatto che il partito con più voti debba esprimere il candidato premier? Bene, basta che mi dicano qual è il metodo e io competo con quel metodo. Io preferisco le primarie, sono meritocratiche e le propongo anche per la scelta dei candidati per i collegi uninominali.
Per alcuni analisti, un centrodestra unito sarebbe l’unico baluardo alla vittoria dei Cinquestelle. Ritiene che sia così?
La sinistra è in difficoltà. E il giro in treno per l’Italia che sta facendo Renzi lo conferma: l’accoglienza che gli riservano mi pare fredda, per usare un eufemismo...
Sulla vicenda Visco, il Pd ha sbagliato?
Premessa: io sono d’accordissimo con la sostituzione del governatore Visco e degli attuali vertici di Bankitalia. Ma l’ultimo che può proporlo è Matteo Renzi. Secondo me, ha tentato di rifarsi una verginità, dopo gli scandalosi decreti salva-banchieri e truffa-risparmiatori varati dal governo suo e della Boschi.
E se Visco sarà confermato?
Vorrà dire che il governo Gentiloni non è poi così prono a Renzi. Già pensano a farlo fuori...
Il governo potrebbe mettere la fiducia anche sulla legge per lo Ius culturae. Lei non ritiene che bambini stranieri nati qui, che parlano italiano, che si sentono italiani, abbiano diritto a esserlo per legge?
Io continuo a pensare che sia una legge superflua, non una priorità. Dati alla mano, l’Italia è già prima in Europa per acquisizioni di cittadinanza, con 202mila nel 2016 e 956mila dal 2007 al 2016. Il 40% di quelle cittadinanze riguarda minori, che l’hanno ottenuta perché figli di immigrati che l’avevano richiesta dopo aver vissuto in Italia 10 anni. Se comunque dovesse passare, siamo pronti a raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Con una petizione abbiamo già raccolto 100mila firme.
Da cittadina romana, e da consigliere comunale d’opposizione, come valuta l’amministrazione Raggi?
Credo che buona parte del 70% dei romani, che l’ha votata, sia deluso: è una non-amministrazione. Noi le abbiamo anche offerto di collaborare, dall’opposizione, ma non ha mai risposto. Ora si vota nel Municipio di Ostia, sciolto per inquinamento mafioso. Abbiamo una candidata, Monica Picca, sia onesta che competente. Confidiamo che gli elettori la sosterranno.
L’ultima domanda è sull’adesivo antisemita su Anne Frank. Da tifosa romanista, e donna di destra, quali sensazioni ha provato nel vederlo?
È una cosa vergognosa, ributtante. Ma chi butta la croce addosso a tutta la tifoseria laziale sbaglia: si tratta di poche decine di idioti patentati, che sono fuori dal mondo e fuori dalla Storia.