Esecutivo FdI. Meloni: manovra ispirata a serietà e responsabilità
Meloni all'esecutivo di FdI
«Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, alla serietà e alla responsabilità. Ci muoveremo, come abbiamo già fatto, su due direttrici fondamentali: basta con gli sprechi e con le follie ereditate dai governi di sinistra e che hanno devastato i conti pubblici come il Superbonus; tutte le risorse disponibili concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con un'attenzione particolare a quelle con figli». Lo ha detto Giorgia Meloni all'esecutivo di FdI. Per la presidente del Consiglio il partito dovrebbe «raccontare sempre di più ai cittadini i risultati del nostro lavoro, perché banalmente nessun altro lo farà». Poco prima, parlando del ruolo del suo partito, la premier aveva esortato anche a «comunicare sempre di più e sempre meglio ai cittadini cosa facciamo, perché noi facciamo più di quello che comunichiamo».
Ridotta la disoccupazione femminile
«Nelle ultime ore la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha detto che vorrebbe parlare con me del problema dell'occupazione femminile, visto che l'Italia ha uno dei tassi di occupazione femminile più basso d'Europa. Vero. Quello che la Schlein e la sinistra non dicono è che è così dal dopoguerra a oggi, ma per fortuna da quando siamo noi al governo il gap con il resto d'Europa si è ridotto», ha aggiunto la premier e presidente di Fratelli d'Italia. «Sono ora dieci milioni e 240mila le lavoratrici in Italia, con il tasso di occupazione record del 53,6%, con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al dato di ottobre 2022, quando si è insediato questo governo - ha precisato -. È un quadro economico che intendiamo rafforzare e consolidare con le scelte che faremo con la prossima manovra».
Congressi locali
«In un'epoca nella quale il consenso si basa sulla comunicazione, sugli slogan e sulla forza del leader, la grande tentazione di molti è quella di rinunciare ad avere un partito "pesante" e di considerare la struttura di partito come qualcosa di macchinoso, costoso e foriero di problemi. Noi abbiamo fatto un'altra scelta, e la rivendichiamo. Siamo un partito che è rimasto con i piedi per terra, che non si è chiuso nel Palazzo e che sta ogni giorno tra la gente». Lo ha detto Giorgia Meloni. «L'anno scorso abbiamo avviato la stagione congressuale e rinnovato la classe dirigente provinciale. Alcuni unitari, alcuni di confronto, ma tutti si sono svolti in un clima di grande civiltà e coesione interna. Quest'anno propongo di svolgere i congressi comunali e municipali, così da rafforzare ulteriormente il partito nel territorio e scongiurare il rischio che i dirigenti si sentano inamovibili e tendano a chiudersi per difendere rendite personali, invece che il merito».
Riferimento al caso Sangiuliano
«Noi stiamo facendo la storia, dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi». Lo ha detto la premier in un riferimento indiretto al caso Sangiuliano-Boccia. «Dobbiamo anche essere consapevoli che nulla ci verrà perdonato. Quando i nostri avversari non hanno trovato nulla per attaccare, hanno dovuto inventarsi di sana pianta notizie false per farlo. E quando qualcuno ha compiuto un passo falso, hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci. Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi, e dobbiamo continuare ad esserlo, perché l'occasione storica che ci hanno dato i cittadini non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura. Non possiamo permetterci di prestare il fianco».
Asse spostato in Ue
«Anche in Europa abbiamo mantenuto la nostra coerenza e fatto valere le nostre idee e le nostre posizioni. Lo ha fatto Fratelli d'Italia, lo hanno fatto i Conservatori europei, la famiglia europea che meglio di chiunque altra ha saputo rappresentare una visione critica dell'Unione europea, ma con una volontà costruttiva e non distruttiva. L'adesione alla famiglia dei Conservatori, ormai sei anni fa, è una scelta che si è rilevata lungimirante. Lo spostamento verso destra dell'asse politico europeo, seppur non sufficiente per consentire di avere una maggioranza di sole forze di "centro-destra" nel Parlamento europeo, ha messo i Conservatori e in particolare FdI nelle condizioni di poter svolgere il ruolo di cerniera tra i Popolari e i gruppi alla nostra destra, per riportare verso maggiore pragmatismo le politiche europee su tanti temi centrali per il nostro futuro». Così Giorgia Meloni all'esecutivo Fdi. «Anche il nostro peso si è sensibilmente rafforzato, riuscendo a tenere FdI e Ecr fuori dalla triste pratica del cordone sanitario che emargina i gruppi alla nostra destra. Carlo Fidanza guida la delegazione più numerosa tra quelle italiane e tra quelle di Ecr, la terza più grande di tutto il Parlamento europeo. Nicola Procaccini è stato riconfermato co-presidente del Gruppo Ecr insieme a un collega polacco del Pis». «Antonella Sberna è stata eletta Vice Presidente del Parlamento europeo, il primo nella storia del nostro partito e abbiamo sensibilmente aumentato il numero dei nostri vicepresidenti e capigruppo di Commissione». «Tra giugno e luglio abbiamo vissuto lo spartiacque della nomina degli incarichi di vertice dell'Ue. Come sapete, io ho espresso in sede di Consiglio europeo le mie perplessità rispetto alla scelta di conservare lo status quo come se i cittadini europei non avessero votato. E poi, nel passaggio parlamentare, la nostra delegazione ha riaffermato la nostra coerenza votando contro la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea». «Più che per la von der Leyen, ma per la maggioranza arcobaleno che la stava sostenendo. Votare a favore di un programma politico sbilanciato a sinistra con l'apertura ai Verdi avrebbe significato tradire il mandato ricevuto dagli italiani». «Un concetto totalmente estraneo a tutti coloro che da quel giorno ci criticano per aver "isolato l'Italia in Europa": una narrazione che conto di smentire non solo continuando a collaborare proficuamente con Ursula von der Leyen sui dossier più importanti per l'Italia, ma anche riuscendo a ottenere per il nostro commissario designato, Raffaele Fitto, un ruolo e un portafoglio all'altezza del peso della nostra Nazione. Sarebbe la conferma che abbiamo ragione noi quando diciamo che l'Europa debba riconoscere all'Italia ciò che gli spetta per il ruolo che ha, non per come vota. E che vieni rispettato se sei credibile, non se sei accondiscendente».
Italia e rapporti internazionali
«Abbiamo fatto il nostro lavoro in un quadro internazionale particolarmente complesso, caratterizzato da una crescente instabilità e da conflitti che hanno ricadute su diversi scenari. Siamo fieri di come abbiamo rappresentato l'Italia nel contesto europeo e globale». Così Giorgia Meloni. «Oggi la nostra Nazione è considerata un partner serio, affidabile e autorevole e il successo del Vertice G7 di Borgo Egnazia sotto la presidenza italiana ha suggellato la nostra nuova postura a livello internazionale. Abbiamo contribuito a riportare il Mediterraneo al centro dello scenario, restituito all'Italia la sua naturale proiezione geopolitica e geostrategica e gettato le basi per un nuovo modello di cooperazione e sviluppo con l'Africa».