Al G7. Meloni: «L'Ue riconosca il ruolo dell'Italia». Ma Scholz: «È di estrema destra»
Il G7 chiuso in Puglia è stato ovviamente «un successo senza timore di smentita», grazie anche al «messaggio straordinario» portato da papa Francesco, secondo Giorgia Meloni. La premier tira le somme nell’incontro coi giornalisti convocati nel “luogo inventato” di Borgo Egnazia, nel salone che 24 ore prima ha ospitato i Grandi della Terra (con tanto di polemica finale con la stampa, che lamenta ancora una volta il poco spazio per le domande), e rilancia anche in chiave europea («la Ue riconosca ora all’Italia il ruolo che le spetta», precisa) e interna col messaggio alla sua maggioranza, dopo la rissa di Montecitorio, di «non cadere nelle provocazioni delle opposizioni», frase che alimenta subito nuove polemiche.
La premessa però, sviscerata in un lungo preambolo, è sulle conclusioni della riunione dei 7 leader. Che si sono mostrati compatti di fronte alle grandi sfide di questi tempi difficili, innanzitutto nel ribadire «un sistema internazionale di regole basato sulla forza del diritto» contro l’aggressione russa all’Ucraina: l’impegno verso Kiev ne esce «rafforzato, diversamente da quanto qualcuno sperava o preconizzava», con l’intesa da 50 miliardi sull’uso dei beni russi “congelati” e i soldi che saranno forniti «dagli Usa, poi da Canada, Regno Unito e probabilmente Giappone, per ora non dall’Europa». Mentre bolla come «non efficace» la proposta di Putin che «l’Ucraina debba ritirarsi dall’Ucraina» come condizione per una pace. D’altronde, fa capire che è già difficile quella “tregua olimpica” «chiesta dalla Francia», mentre elude la domanda su cosa potrà accadere da novembre in caso di vittoria negli Usa di Trump. Ad aver «soddisfatto» Meloni, però, è soprattutto il capitolo migranti, perché «il G7 ha condiviso l’approccio dell’Italia», che su questo «fin dall’inizio ha cercato di essere un punto di riferimento».
Mentre scansa un seguito sui cosiddetti “diritti civili”, oggetto della prima domanda: definisce la polemica «totalmente artefatta», nella dichiarazione finale la parola aborto non c’è solo perché «solitamente accade che le cose date per acquisite non siano ripetute pari pari», altrimenti le conclusioni sarebbero sempre uguali; e nel testo di Hiroshima, che ospitò il G7 2023, il riferimento al diritto all’aborto sicuro «era chiaro». La “legge 194” in Italia, poi, «è fatta molto bene, non va modificata», anzi solo «applicata per intero». Quanto ai migranti, il successo starebbe nell'aver sancito «una coalizione G7, un coordinamento» contro il traffico di esseri umani, che oggi «rende più del traffico di armi» alle organizzazioni criminali, e nell'aver affermato che occorre far crescere di più l'Africa per consentire agli africani «il diritto di restare», oltre a quello di partire: in questo senso va pure «la sinergia crescente» fra il Piano Mattei e i preesistenti piani dell'Ue e dell'Usa, già al centro di un precedente G7. «Quello che fa la differenza è dimostrare che i documenti non finiscono qui», spiega la leader di Fdi che annuncia come prima mossa una prossima riunione fra i ministri dell'Interno per dar vita a questo coordinamento.
“Giorgia” vorrebbe ora che la rotta indicata, a suo parere, ai Sette Grandi sia seguita anche a livello europeo. Sostiene che in Puglia non si è parlato troppo delle prossime nomine dei vertici Ue dopo il voto di 7 giorni fa, l'occasione ci sarà domani sera a Bruxelles. Ci tiene però a dire che sarebbe «di buon senso» attendere le elezioni francesi di fine mese e a rimarcare che le premono in particolare due punti: il ruolo dell'Italia, divenuto incredibilmente il Paese più stabile, e il fatto «che l'Europa comprenda il messaggio arrivato» dal voto. Perché pensare che tutto sia andato bene, con la conferma della vecchia maggioranza Ppe-Pse-liberali, «sarebbe una lettura un po' distorta», i cittadini si aspettano «pragmatismo e un approccio meno ideologico» su temi come la lotta per il clima. Ma non è buono il segnale giunto da Olaf Scholz che a G7 chiuso ha detto in un'intervista che «non è un segreto» che Meloni sia «all'estrema destra, ci sono differenze evidenti».
Fra le novità di questo summit, poi, Meloni ricorda la discussione sull'intelligenza artificiale. Che non va demonizzata: «Gli strumenti sono neutrali - è la sua analisi -, il punto è sapere come indirizzarli verso gli aspetti buoni» ed «evitare che i risultati possano divenire chiari quando non saranno più correggibili». Un altro messaggio netto è quello mandato alla Cina: «Siamo aperti al dialogo, ma le nostre imprese devono essere in grado di competere ad armi pari», dice annunciando un prossimo viaggio in Cina. La cronaca però incalza e si tocca anche l'ultima polemica nostrana dopo la rissa alla Camera sul premierato. Meloni pensa che «le provocazioni proseguiranno» e questa frase un'altra raffica di critiche delle opposizioni, con in testa Giuseppe Conte e il Pd, con Chiara Braga e Andrea Orlando, per i quali «sventolare il tricolore è una provocazione per chi si chiama Fratelli d'Italia». L’ultima battuta è in difesa della scelta di Borgo Egnazia: «Il segnale che volevo dare era quello di un borgo globale, discutere di temi globali nell’atmosfera di un nostro borgo. E sono stata fiera di aver visto i leader a bocca aperta».