Piano Mattei. Meloni in Etiopia per rilanciare l'Italia nel Corno d'Africa
Due giorni impegnativi per la premier Giorgia Meloni in visita in Etiopia. Arrivata ad Addis Abeba, dopo l’incontro con il presidente dell'Unione Africana Moussa Faki, è stata accolta al Palazzo Nazionale dal premier etiope Abiy Ahmed. Al centro dell’incontro, il terzo in pochi mesi, il sostegno al processo di pace nel secondo paese africano e gli aiuti umanitari, oltre alla gestione dei flussi migratori. Giorgia Meloni rilancia dunque la presenza dell'Italia nel Corno d'Africa ed è la prima leader di un paese occidentale, sottolineano dal governo, a sbarcare in Etiopia dopo la fine delle ostilità in Tigrai,
Importante è infatti il rafforzamento delle relazioni bilaterali forti dei legami storici con un paese dove la partnership commerciale è forte. E’ inoltre interesse europeo non lasciare il Corno d’Africa nell’orbita cinese e russa. Alla missione seguirà, tra gli impegni dell'Italia per il Corno d'Africa, la co-presidenza insieme alle Nazioni Unite della conferenza dei donatori a New York, il 24 maggio. Oltre alla cooperazione bilaterale per lo sviluppo e la stabilità dell'area, al centro dei colloqui con il primo ministro etiope ci sarà la gestione dei migranti in un paese che è già destinatario del decreto flussi di fine 2022 e che è uno snodo vitale dei flussi dalla rotta orientale africana che dall’Eritrea e dalla Somalia attraversano le frontiere orientali verso il Sudan fino alla Libia, e di lì verso l'Italia. Una questione prioritaria per l'interesse nazionale, politica in continuità con i precedenti governi, è quindi la "stabilità e integrità" dell'Etiopia, che ospita 823mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati.
Anche la sicurezza e l'emergenza umanitaria della Somalia, che il Segretario generale dell’Onu al termine della visita nei giorni scorsi a Mogadiscio ha definito “sull’orlo del baratro” per la crisi dovuta alla carestia e al conflitto con i terroristi jihadisti, saranno oggetto della missione, prima in un colloquio stasera nella capitale etiope con il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud .- anch’egli in visita a Roma due mesi fa -e poi domani in un inedito trilaterale Italia-Etiopia-Somalia dove molto probabilmente saranno discusse le questioni relative alla difesa. Il premier etiope ha infatti bisogno di riarmare l’esercito dopo due anni di conflitto nel nord del paese e il presidente somalo deve affondare il colpo contro i terroristi di Al Shabaab in vista del ritiro l’anno prossimo della missione Onu Atmis. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per 2,6 miliardi di dollari in aiuti umanitari per il travagliato paese del Corno d'Africa, ma attualmente sono stati finanziati solo per il 13%.
Prima del rientro a Roma la premier sarà accolta all'istituto onnicomprensivo Galileo Galilei di Addis Abeba. Si tratta della più grande scuola italiana all'estero con circa 900 iscritti dopo la chiusura della scuola italiana all’Asmara per decisione unilaterale del regime di Isayas Afewerki, grande assente negli incontri di Addis Abeba per il ruolo dell’ex colonia primigenia finita di nuovo ai margini della comunità internazionale per il ruolo avuto nel conflitto in Tigrai, che le truppe asmarine continuano parzialmente a occupare.
La visita di Meloni ad Addis Abeba si inquadra, secondo il governo italiano, in quel “Piano Mattei” di sostegno allo sviluppo "non predatorio" ai Paesi africani, al centro della politica estera del governo. In chiave energetica ma, soprattutto, in chiave migratoria. Seguirà anche una missione imprenditoriale per sostenere l'Etiopia nel programma di riforme e di trasformazione economica, mettendo a disposizione, spiegano dall'esecutivo, la competenza delle imprese italiane e favorendo il re-impegno nei fori competenti. Mentre a Mogadiscio si terrà il 30 e 31 maggio la seconda edizione dell'Italia-Somalia Business & Trade Forum per promuovere il paese africano come destinazione di business emergente per le aziende italiane ed internazionali, favorendo lo sviluppo di sinergie e collaborazioni in settori quali agricoltura, pesca, allevamento, ma anche promuovere scambi commerciali, accordi di concessione, trasferimento tecnologico e investimenti esteri diretti.