Il caso. Meloni contro il Pd: criticava rottamazione, ma la usa
Criticò la rottamazione-quater fiscale varata dal governo Meloni con la sua prima manovra a fine 2022, ma poi ha beneficiato della "definizione agevolata" delle cartelle. E ora il Pd finisce a sua volta nel mirino della premier e di FdI. «Ricordate quando il Pd, commentando la prima legge di Bilancio del governo che introduceva la rottamazione, definiva quest'ultima un "favore a evasori e criminali"? Tramite un'inchiesta di Open, scopriamo oggi che proprio loro ne avrebbero beneficiato», ha scritto a sera sui canali social la presidente del Consiglio, commentando un articolo del sito di informazione che rintraccia nella relazione al bilancio 2023 del partito guidato da Elly Schlein il ricorso al pagamento agevolato (in un massimo di 18 rate in 5 anni) dei debiti contributivi e fiscali in riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022, senza sanzioni e interessi di mora.
La relazione al bilancio del Partito democratico spiega che la formazione politica (che al 31 dicembre contava ancora un organico di 110 lavoratori subordinati e 7 collaboratori) nel 2023 "ha ricevuto l'accoglimento della domanda presentata per l'adesione alla Definizione agevolata, prevista dalla legge n. 197/2022. Conseguentemente, con riferimento ai debiti verso Istituti di previdenza, procederà a versare entro il 30/11/2027 le minori somme dovute". Nel partito della premier si denuncia adesso la "doppia morale" dei dem e il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, rievoca i commenti di quasi due anni fa del responsabile economico del Partito democratico, Antonio Misiani: definiva il condono sulle cartelle esattoriali «come uno 'schiaffo a chi è in regola» e ora a beneficiarne «è il partito dei "duri e puri"». «Prendiamo atto - conclujde l'affondo di Meloni - che per la sinistra i cittadini bisognosi sono evasori e criminali, mentre in casa Pd si può tranquillamente usare la stessa misura che tanto hanno criticato».