Un passato millenario, la secolarizzazione nostra contemporanea, le meraviglie della scienza. Di questo, di periferie esistenziali e di molto altro ancora si è parlato oggi al Meeting in corso a Rimini: la giornata in sintesi per i lettori di Avvenire.it.
Dall’Etiopia. La terra della regina di Saba è stata fra le prime ad accogliere il cristianesimo nell’antichità. Ora il suo patrimonio d’arte e di fede arriva al Meeting: “Dalla periferia della cristianità l’Etiopia innalzerà le mani a Dio” è una delle mostre più visitate di questa edizione. Presentata nel corso di un incontro al quale ha partecipato, tra gli altri, monsignor Silvano Maria Tomasi (osservatore permanente della Santa Sede all’Onu), l’esposizione è un’occasione per rilanciare il progetto dell’Università Cattolica d’Etiopia San Tommaso d’Aquino, che sta sorgendo ad Addis Abeba con il fondamentale contributo della Conferenza episcopale italiana.
Le sfide del presente. La secolarizzazione è figlia del cristianesimo, o per meglio dire delle diatribe dottrinarie tra le Chiese riformate. Con questa tesi di Brad Gregory si è aperto il dibattito sulla secolarizzazione, che ha riempito la sala D3, una delle più grandi del Meeting. A confronto la tesi della secolarizzazione “reversibile”, sostenuta dallo storico americano e da Adrian Pabst, docente a Canterbury, e quella della scelta “deponente” del cristiano, che ama la modernità ma ne riconosce i rischi e considera la secolarizzazione una sfida di libertà, tesi sostenuta dal sociologo Mauro Magatti dell'Università Cattolica. Esploratori dell’Assoluto. “Il fascino della ricerca: dal particolare al tutto” è il titolo dell’incontro moderato dall’astrofisico Marco Bersanelli. Al suo fianco al tavolo del relatori l’astronomo Christopher Impey, il matematico Laurent Lafforgue e il grande paleontologo Yves Coppens, che nei giorni scorsi ha rilasciato ad Avvenire un intervista esclusiva:
«Scienziati, abbiate immaginazione» .
Voci dal carcere. Anche la sua collocazione geografica – ai margini delle città – ne fa una periferia. Eppure anche in carcere, reclusi, si può vivere. Da uomini. Fra le testimonianze del Meeting ecco dunque l’esperienza di Patrizia Colombo, della sua cooperativa Homo Faber nel carcere di Como, dei detenuti del Centro Stampa che inseguono una risalita dopo l’errore, lo insegnano. Lo hanno raccontato nell’incontro “Libertà dietro le sbarre”. Il carcere non dev’essere una discarica sociale ma un luogo reale di recupero della persona, hanno ribadito i direttori dei penitenziari di Milano-Bollate Massimo Parisi, e Rimini, Rosa Alba Casella. “L’abbraccio finale della società civile al recuperando deve sempre essere l’obiettivo finale di ogni pena” ha concluso il magistrato milanese Guido Brambilla.
L’ambiente conveniente. Ecologia ed economia possono, anzi debbono coesistere per cooperare a una sana crescita. Tema che è stato trattato in un altro incontro al quale ha partecipato il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. Che ha ricordato come sia stato necessario, da parte del suo dicastero, anche chiudere aziende, e togliere posti di lavoro, cosa impensabile solo qualche anno fa. Ma una crescita malsana prima o poi presenta il conto, ed è salato, come insegna la drammatica vicenda della Terra dei Fuochi. Ma sono molti di più i posti aggiuntivi che porta la sana gestione dell'ambiente rispetto a quelli che può portare a far perdere.
Ripartire dai mestieri. È questa la ricetta indicata dal Meeting nell’incontro su giovani e occupazione per affrontare la drammatica situazione di chi a scuola si perde per strada o addirittura viene arruolato nella legione straniera di chi non solo non lavora ma addirittura non ricerca l’occupazione. Bisogna rimettere al centro una formazione autentica che valorizzi quello che c’è e abbia il coraggio di chiudere le strutture clientelari diffuse in molte regioni. Solo così si potrà incontrare la disponibilità dei giovani a mettersi in gioco con possibilità concrete che favoriscano l’autorealizzazione delle nuove generazioni.
Linus. In serata appuntamento con il popolare dj radiofonico, che ha raccontato in anteprima la sua visione del destino in un’intervista ad Avvenire:
Linus al Meeting: «Musica e destino» .