Meeting. Nel 2019 il ritorno alle origini con il titolo ispirato da Wojtyla
Il Meeting del prossimo anno guarderà alle origini. Il titolo ispirato da una poesia di Karol Wojtyla (Ansa)
Il Meeting è pronto a varcare la soglia delle 40 edizioni. Traguardo impressionante solo a riflettere su che cosa è accaduto nel frattempo (dagli anni di piombo dei suoi inizi a Manipulite, dalla Seconda Repubblica al “governo del cambiamento”) e su quante esperienze si sono bruciate nel frattempo. Il Meeting numero 39, intanto, si chiude. Quello della ricerca della felicità che muove la storia, cede il passo alle origini, a Giovanni Paolo II, che fu il Pontefice dei primi anni e partecipò all’edizione numero tre, in una giornata (29 agosto 1982) scolpita nella storia della kermesse riminese. È tratto infatti da una poesia di Karol Wojtyla, il titolo del prossimo anno, annunciato ieri: “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”. «Un titolo in piena continuità – ha spiegato la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri –, attraverso il quale andremo ulteriormente a fondo per scoprire da dove può nascere il volto, la fisionomia della persona».
Con la presenza di protagonisti politici importanti (come i ministri Bussetti e Moavero, l’ex premier Prodi, il presidente del Parlamento europeo Tajani, il sottosegretario alla presidenza Giorgetti, il presidente di Confindustria Boccia) ancora una volta Rimini ha segnato la riapertura di un dibattito politico reso più infuocato al suo avvio dalle polemiche per la tragedia di Genova e alla sua conclusione per lo no all’attracco per la nave Diciotti.
Ma come sempre sarebbe riduttivo confinare la portata di questo Meeting al solo chiacchiericcio politico, contrassegnato come sempre dal dialogo interreligioso, simboleggiato quest’anno dalla presenza del segretario generale della Lega musulmana mondiale Muhammad Bin Abdul Karim Al Issa: «Non ci siamo fermati alla felicità individuale, è venuta alla luce una quantità impressionante di esperienze di realizzazione umana e costruzione sociale, nelle favelas di Salvador de Bahia come nella ricerca sulle cure palliative, nel pensare l’innovazione al di là della sola tecnologia o nel raccontare con occhi nuovi l’Infinito di Leopardi», ha detto la presidente Guarnieri.
Le utopie fallaci di 50 anni fa, le virtù – viceversa – che non tradiscono della pazienza e della fede vissute anche nella sofferenza, e poi il desiderio di infinito, sono alcuni degli spunti che hanno catalizzato l’edizione conclusa ieri, ripercorsi da tre delle mostre più gettonate in Fiera, questa settimana: quella sul Sessantotto, quella su Giobbe, e “Exoplanets”, la mostra dedicata all’astronomia.
Gli incontri sono stati 234, quasi il doppio dello scorso anno, e tutti “veri”, fino all’ultimo, ieri, (“Tormentati dalla gioia”) che ha visto come protagonista Silvio Cattarina, fondatore della cooperativa “L’imprevisto” di Pesaro. Una storia, la sua, che parte dalla facoltà di sociologia di Trento, frequentata negli stessi anni di Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, ma che lo porta a dar vita a tutt’altra esperienza, una cooperativa sociale che è anche una comunità di recupero, che ha aiutato tanti giovani a ritrovare la loro felicità perduta.
Al Meeting numero 39 i numeri sono stati ancora una volta notevoli: circa 20mila visitatori al giorno, si calcola, anche se non ci sono stime ufficiali. Ma fa testo l’aumento del fatturato alla gastronomia (+5%) che è anche una delle voci più significative di autofinanziamento (un milione e 104mila), accanto al contributo diretto dei militanti che hanno superato con circa 120mila euro le sottoscrizioni dello scorso anno. A scalare la montagna dei quasi 6 milioni di budget più della metà degli introiti è arrivata da sponsor ed espositori. Ma il contributo più cospicuo resta quello costituito dal lavoro gratuito dei volontari, che quest’anno hanno sfiorato le tremila unità.