Rimini. Si apre il Meeting della felicità che muove la storia
La notizia è già un po’ nel titolo, in questo Meeting numero 39 che ha aperto i battenti ieri, e che si interroga sulla felicità in uno dei momenti più difficili della vita del Paese, dal punto di vista politico, economico e della stessa coesione sociale. Segnato peraltro da una tragedia che sembra il simbolo di un Paese che non riesce a ritrovare le ragioni del suo stare insieme neppure di fronte a momenti così drammatici.
Una felicità che però muove la storia, nonostante tutto, e che a Rimini ha mosso anche quest’anno, come sempre, nell’era del “cambiamento”, circa tremila volontari. In avvio del lavori, aperti ieri mattina dalla Messa celebrata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, è arrivato l’annunciato messaggio di papa Francesco. Quattro pagine a firma del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Alla kermesse, incentrata sulla svolta della società avvenuta mezzo secolo fa con il Sessantotto, anche Papa Francesco propone aperture e non chiusure, auspica ponti e non muri: «Ci domandiamo se in questo mezzo secolo il mondo sia diventato più abitabile. Questo interrogativo riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del ’68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro?», si chiede il Pontefice.
Per papa Francesco «nessuno sforzo, nessuna rivoluzione può soddisfare il cuore dell’uomo. Solo Dio, che ci ha fatti con un desiderio infinito, lo può riempire della sua presenza infinita». L’invito è a liberarsi «dalla schiavitù dei “falsi infiniti”, che promettono felicità senza poterla assicurare».
Alla vigilia, sabato, era arrivato anche il messaggio di Sergio Mattarella: «Connettere la ricerca di felicità della persona con il desiderio di costruire una storia migliore per sé e per gli altri è una grande sfida di umanità», ha detto il capo dello Stato, rimarcando «il desiderio di incontrare l’altro e di costruire insieme nelle differenze».
Un tema che è risuonato già ieri, quando Luciano Violante ha rimarcato la differenza fra lo spirito che anima il ciclo Essere italiani (curato dall’ex presidente della Camera e avviato ieri dall’incontro con il responsabile dell’Agenda digitale Diego Piacentini) con lo slogan che va per la maggiore in politica, oggi: “Prima gli italiani”. Una paura del diverso, ha sottolineato Violante, che trascura la vera identità italiana, che è una storia fatta di integrazione fra popoli e culture diverse. Il Meeting, come sempre, mette al centro il dialogo fra popoli e religioni; fra i più attesi c’è l’intervento venerdì del segretario generale della Lega musulmana mondiale Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa.
Ieri la presenza di monsignor Christophe Pierre, Nunzio apostolico negli Usa, al Meeting, non poteva non portare l’attenzione sul caso dei preti pedofili scoppiato negli Usa: «Vedo una preoccupazione seria dei vescovi e anche da parte del Papa – ha detto senza evitare l’argomento, Pierre -. Dobbiamo aiutare questa Chiesa e il Santo Padre a superare questa crisi e questo scandalo», ha auspicato il Nunzio.
Tornando alla politica italiana, nessuna preclusione però verso la Lega, al di là della non condivisione di certi slogan. Oggi c’è attesa per l’intervento di un autorevole esponente del partito di Salvini, il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti, che parlerà a un incontro organizzato dall’Intergruppo per la Sussidiarietà presieduto da Maurizio Lupi. Un raro luogo di dialogo fra partiti diversi e anche avversari, che vede stamattina la partecipazione, fra gli altri, anche dei capigruppo dei due maggiori partiti di opposizione Graziano Delrio (Pd) e Mariastella Gelmini (Pd).
DI rilievo, sempre stamattina, anche la riflessione sui 5 anni di Pontificato di Papa Francesco con gli interventi, fra gli altri, di due studiosi della vita della Chiesa come Massimo Borghesi e Rocco Buttiglione, e l’intervento – oggi pomeriggio - degli economisti Carlo Cottarelli (premier incaricato per un giorno) e Tommaso Nannicini (vicino all’ex segretario del Pd Matteo Renzi) a parlare di risorse per lo sviluppo.
Altre presenze politiche significative attese al Meeting il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che venerdì parteciperà a un incontro con il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
In questo Meeting, oltre al Sessantotto, sono di scena anche i 50 anni di Avvenire, quest’anno mediapartner della manifestazione, presente come sempre con un suo stand, e curatore di un incontro, nella giornata conclusiva, sul tema delle fake news, che vedrà l’intervento del direttore Marco Tarquinio con Lucia Annunziata, Lucio Brunelli, Alessandro Banfi e Francesco Piccinini.