Rimini. Il giro del Meeting in dodici mostre
Una mostra al Meeting di Rimini
Le donne di Rose, le serie tv, Tolkien, Pasolini, la sfida della secolarizzazione. Ma anche il lavoro delle persone più fragili, la scultura della figura umana e gli anniversari dei “sempreverdi” don Camillo e Peppone. Il menù delle mostre del Meeting 2021, visitabili online o in presenza, attraverso la prenotazione con l’App, propone dodici portate, apparecchiate presso la Fiera di Rimini, eccezion fatta per "Natura umana? A che immagine, a che oscura somiglianza", curata da Davide Rondoni, ospitata al Part, Palazzo di Arte Contemporanea, in piazza Cavour.
Le esposizioni, mostre fotografiche, scientifiche, storiche e approfondimenti su questioni urgenti della contemporaneità, sono sempre una presenza costante della kermesse e ogni anno almeno una di esse rimane nel cuore del visitatore. Ma quali sono quelle che, attraverso varie modalità ed espressioni, aiuteranno ad approfondire il tema: "Il coraggio di dire io"? Di grande impatto è"Tu sei un valore": racconta l’esperienza di un gruppo di donne ugandesi che hanno saputo riscoprire il proprio valore in condizioni di estrema difficoltà. Si parte da una delle guerre etniche più sanguinose d’Africa (quella ugandese degli anni Ottanta) e si arriva a uno degli slam più grandi al mondo, a Kampala. Attraverso grandi foto, video e audio, si fa la conoscenza di Rose Busingye e delle “sue donne” del Meeting Point International. Una storia incredibile capace in 30 anni di ridare dignità a persone convinte di non valere nulla, regalando una libertà nuova.
"Io, Pier Paolo Pasolini" si sviluppa in sei grandi videoproiezioni. La viva voce dello scrittore friulano racconta di essere un intellettuale dalle grandi inquietudini e senza patria. Centovent’anni fa nasceva Gino Cervi. Nel 1971 fa moriva Fernandel. Mentre Peppone e don Camillo iniziavano a calcare le scene della famosa serie nel 1951. Il "Mondo piccolo" della Bassa parmense raccontato da Giovannino Guareschi è un crocevia di anniversari raccontati in venti pannelli e un video in "120 meno 50 uguale 702". Decisamente originale è "Una domanda che brucia incontri e scoperte nel mondo delle serie tv": una decina di personaggi di altrettante serie tv conducono i visitatori, attraverso video, foto, citazioni e materiali di backstage, di fronte ai temi e alle domande fondamentali che emergono da quelle produzioni.
La necessità di ricostruire ispirandosi a una figura come Sergio Marchionne, cioè affrontare una crisi per aprire una stagione nuova, è il tema di "Disruptive. La sfida di ricostruire". E ancora "Modello Brindisi: l’Onu e l’Italia", intervento umanitario, attività di della cooperazione, multilateralismo e partenariato. "Dire io: linguaggio e coscienza" è un percorso scientifico che tenta di indagare quell’oggetto sui generis che coincide con il soggetto stesso della ricerca: l’essere umano.
Due le esposizioni sul lavoro: "Non è mai troppo tardi" richiama il titolo della celeberrima trasmissione televisiva degli Anni ’60 condotta dal maestro Alberto Manzi. Curata da Ubaldo Casotto, e composta da pannelli con scritte e immagini, da aule interattive e da filmati audiovisivi, pone l’accento su formazione ed educazione, sulla connessione tra scuola, università e mondo del lavoro. Un’alleanza possibile, come testimoniano alcune realtà presentate per declinare la tematica del rapporto tra formazione e aziende, tra cui le Opere Sociali Don Bosco e i Salesiani Sesto con la Scuola Secondaria di Secondo Grado "Breda". "Costruttori di futuro" racconta storie (Samuel, Paola, Gina, ecc) in cui il lavoro abbraccia la fragilità e produce reddito, dignità e bellezza.
Ma è soprattutto una la mostra che indica la direzione verso la quale va il Meeting 2021. "Vivere senza paura nell’età dell’incertezza", parte dalle testimonianze del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón, di Charles Taylor, professore emerito di Filosofia alla McGill University di Montreal, e di Rowan Williams, professore emerito di Pensiero cristiano contemporaneo a Cambridge, già arcivescovo di Canterbury, che si intrecciano a provocazioni, fatti e domande riguardanti il mondo contemporaneo. Si viene così a creare un percorso audio-visivo, composto da canzoni, testi, interviste, clip di film e serie TV, poesie, opere d’arte e immagini tratte dalla realtà contemporanea. Il risultato è un originale "dialogo" che testimonia l’irriducibilità dell’umano.