Università. Addio ai test di accesso per le iscrizioni a Medicina. Ecco cosa cambia
Studenti al test per l'accesso alla facoltà di Medicina
Addio al test di ingresso a Medicina e abolizione del numero chiuso al primo semestre: è arrivato il via libera dalla settima Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria. Il governo assicura che farà di tutto per fare in modo che il nuovo sistema sia operativo dall’anno accademico 2025-2026. Il testo deve andare ora in Aula in Senato e poi alla Camera. La riforma prevede un semestre-filtro con esami caratterizzanti; il proseguimento degli studi al secondo semestre sarà condizionato dal conseguimento di tutti gli esami previsti per il primo semestre e dalla posizione nella graduatoria di merito nazionale. Per gli studenti che non superano la selezione, sarà possibile utilizzare i crediti formativi acquisiti nei primi sei mesi per iscriversi ad altri corsi di laurea, senza perdere l’anno.
«Avevamo detto che avremmo abolito il test Tolc, odioso e odiato, e l’abbiamo fatto. L’accesso è libero a tutti ma alla fine del primo semestre verrà ripristinato il numero programmato perché l’università ha bisogno di programmare i suoi accessi», spiega il presidente della commissione Sanità, Francesco Zaffini. Il numero di posti a Medicina prevede una crescita di 4.000-5.000 unità ogni anno, partendo dai numeri del 2021. Ad oggi i posti sono circa 21mila. «Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico – dice il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini –. Il fabbisogno di nuovi medici è di 30mila professionisti in più nei prossimi sette anni. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione». Soddisfatti tutti gli esponenti della maggioranza, con il presidente della commissione Istruzione del Senato, Roberto Marti, che ricorda: «Questa è una battaglia della Lega».
Alla conferenza stampa di presentazione c'erano il vicepremier Matteo Salvini e il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, per «un provvedimento che caratterizza la maggioranza». Pd e M5s ma anche l’Unione degli universitari, alcune associazioni di giovani medici e la Cgil, invece, sostengono che si tratta di «un bluff; non c’è uno stop al numero chiuso, si illudono i giovani e manca la copertura finanziaria». Per Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria del Pd, e Alfredo D’Attorre, responsabile Università nello stesso organismo: «Proprio nel giorno in cui il governo tradisce clamorosamente la promessa di garantire finanziamenti adeguati alla sanità pubblica, la maggioranza dà il via libera in Commissione al Senato a una finta abolizione del numero chiuso per l'accesso a Medicina. Si tratta di un puro imbroglio a fini propagandistici: escluso anche un solo euro di finanziamento in più, delega in bianco al governo sui criteri con cui gli studenti dovranno essere selezionati al termine del semestre di prova, nessuna regola per impedire il mercato delle università telematiche private nel semestre iniziale, nessuna rinnovata programmazione che tenga conto delle esigenze del Servizio sanitario nazionale e della necessità di garantire un'alta qualità del corso di studi in Medicina e delle scuole di specializzazione, nessun vero potenziamento dei percorsi pubblici di orientamento pre-universitari».