Attualità

MILANO. Mediatrade, i pm: premier a giudizio Processo Ruby, cresce l'attesa

Nello Scavo martedì 5 aprile 2011
Mentre cresce la febbre (mediatica) per il processo "Ruby-gate", Silvio Berlusconi ha incassato ieri la prevedibile richiesta di rinvio a giudizio formulata dai magistrati del caso Mediatrade. Per il premier potrebbe non essere la sola cattiva notizia. Karima "Ruby" El Mahroug sarebbe pronta a costituirsi parte civile nel processo che vede il presidente del Consiglio imputato per concussione e prostituzione minorile.Fino ad ora la ragazza aveva sempre difeso il premier, dipingendolo come un benefattore. La decisione definitiva però, fa sapere il suo legale, l’avvocato Paola Boccardi, verrà presa soltanto questa notte e sarà formalizzata in aula domani. Ruby, insomma, potrebbe associarsi alle accuse dei pm contro Berlusconi, che in caso di condanna dovrebbe risarcire la giovane, perché minorenne all’epoca dei fatti. Cosa abbia fatto cambiare idea ai legali non è dato saperlo, così come non è dato conoscere cosa potrebbe far desistere i rappresentanti della ragazza dal presentarsi al processo sostenendo le pesanti accuse mosse contro il capo del governo.L’aula che ospiterà il processo potrebbe non essere sufficiente ad ospitare pubblico e cronisti. Oltre a quelli della carta stampata sono più di cento i reporter di radio e televisioni di tutto il mondo che hanno chiesto di poter assistere alla prima udienza. Le altre sedute, a quanto si apprende, potrebbero però svolgersi molto in là nel tempo. Domani nessuno dei protagonisti del "Ruby-gate" sarà in aula. La corte si riunirà infatti per stabilire il calendario delle udienze, la prima della quale non verrebbe convocata prima di due mesi.Invece va avanti il caso Mediatrade. I pm Fabio de Pasquale e Sergio Spadaro hanno ribadito la loro richiesta per il premier e altri 11 imputati, tra cui il figlio del Cavaliere, Piersilvio, vicepresidente di Mediaset e il presidente Fedele Confalonieri. Il capo del governo è imputato per frode fiscale e concorso in appropriazione indebita. I pm hanno sostenuto che Berlusconi è stato il socio occulto dell’impresario Frank Agrama anche durante il suo mandato da presidente del Consiglio, allo scopo di sottrarre denaro a Fininvest e poi a Mediaset. Milioni di euro nascosti all’estero ai danni di azionisti e del fisco americano e italiano. «La frode fiscale è durata fino al 2005 – ha sostenuto il pm De Pasquale durante l’udienza, svoltasi a porte chiuse –. Per quanto possa saperne io, può essere che possa durare ancora».Secondo quanto riferito da fonti legali, il pubblico ministero ha anche lamentato una serie di ostacoli. Come la legge ex Cirielli, che ha impedito l’accorpamento del processo Mediaset (in corso presso il Tribunale) al procedimento Mediatrade, ora in udienza preliminare. Circostanza a cui si aggiunge un inconveniente: non aver ancora ricevuto risposte dalle rogatorie internazionali avviate a Hong Kong, in Irlanda e negli Stati Uniti.La settimana scorsa, quando aveva partecipato per la prima volta a un’udienza di questo procedimento, il presidente del consiglio aveva definito le accuse della procura «false e ridicole», sostenendo che i magistrati avrebbero speso circa 20 milioni di euro in «consulenze, rogatorie e atti processuali, tolti dalle tasche dei contribuenti».Dopo l’intervento dei pm è stata la volta della difesa di Confalonieri, con l’avvocato Alessio Lanzi che ne ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il caso Mediatrade, ultimo "stralcio" del procedimento principale sulla compravendita dei diritti tv Mediaset, era stato sospeso nel giugno scorso in attesa del pronunciamento della Consulta sul legittimo impedimento.