MEDIASET. No al legittimo impedimento Il Cav: vogliono eliminarmi
Silvio Berlusconi, dal canto suo, conferma «lealtà» al governissimo Letta "nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici". In una nota il Cavaliere commenta la sentenza della Consulta sui diritti tv Mediaset e torna a parlare di "accanimento giudiziario". L'ex premier assicura che non abbasserà la guardia e continuerà a impegnarsi in prima persona per il suo Paese: "Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perché sono sempre stato legittimato dal voto popolare, non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera"."Ci rechiamo immediatamente dal presidente Silvio Berlusconi". Lo affermano in una dichiarazionecongiunta i ministri del Pdl, al termine del Cdm che ha approvato il ddl semplificazioni, commentando la sentenza della Consulta sui diritti tv Mediaset.Di «stupore», «sconcerto», «preoccupazione» è stata la reazione, variamente declinata, dei politici del Pdl. «Siamo all'assurdo, una sentenza persecutoria», ha detto Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera. «La Corte costituzionale che non ritiene legittimo impedimento la partecipazione di un presidente del Consiglio al Consiglio dei ministri: un assurdo che documenta la resa pressoché universale delle istituzioni davanti allo strapotere dell'ingiustizia in toga: la tentazione sarebbe quella di chiedere al popolo sovrano di esprimersi e di far giustizia con il voto. Sarebbe legittimo, ma vorrebbe dire fare un passo indietro rispetto al cammino di pacificazione nazionale che il governo di grande coalizione ha intrapreso. Più che mai si tratta di fare in modo che questo sacrificio di Berlusconi e nostro si tramuti in provvedimenti e in riforme capaci di dare sviluppo e giustizia giusta a questa Italia che vuole rinascere".«Scopro oggi con preoccupazione e stupore di vivere in un Paese in cui presiedere il Consiglio dei ministri non costituisce causa di legittimo impedimento", afferma il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, che aggiunge: "C'è da interrogarsi molto su questo strano principio. Sono vicino con affetto al presidente Berlusconi, anche a nome dei senatori del Popolo della Libertà, e attendo con molta fiducia il pronunciamento finale della Cassazione. Convinto sempre più che il nostro leader sia totalmente estraneo rispetto ai fatti che gli vengono contestati sul caso Mediaset. Ancora una volta comunque il presidente Berlusconi conferma il suo profilo di autentico statista, garantendo che il pronunciamento di oggi non avrà alcun riflesso sulla stabilità di governo", conclude Schifani.