Intervista. Mcl, Luzzi nuovo presidente: «La priorità? Il lavoro povero»
Alfonso Luzzi, eletto nuovo presidente del Movimento cristiano dei lavoratori
«Assumo la guida del Movimento cristiano lavoratori facendo mio l’invito del cardinale Zuppi al nostro congresso: quello di camminare insieme, nel nostro impegno nel mondo del lavoro come in quello per la pace in piena unità con la Chiesa, in un momento molto difficile della nostra storia». Alfonso Luzzi è il nuovo presidente del Mcl: il Consiglio Generale lo ha eletto ieri all’unanimità. Prende il posto di Antonio Di Matteo che la ha guidato dal gennaio 2021. Abruzzese di origini, 65 anni, sposato con due figli, da quarant’anni nel Mcl (di cui era il vice presidente vicario e direttore generale del patronato Sias), Luzzi è anche al suo secondo mandato nel Cnel, componente il Consiglio di Presidenza, ed è membro, infine, nel cda di Eza (European Centre for Workers’ Questions) a Bruxelles. «Nei nostri organismi abbiamo inserito tanti giovani. Sui 140 neo consiglieri abbiamo un terzo di under 35».
Quale presenza ha alle spalle il Mcl?
Contiamo 220mila iscritti, siamo presenti in tutte le Regioni e anche all’estero con presenze strutturate in Europa, Nord e Sud America e Oceania. Sento forte la responsabilità di presiedere un Movimento che rappresenta un pezzo importante della storia dell’associazionismo cattolico degli ultimi cinquant’anni, e sento il peso dell’eredità dei presidenti che mi hanno preceduto, soprattutto della figura del suo fondatore Giovanni Bersani.
Il Mcl nacque in un momento tempestoso della storia del nostro Paese e anche della Chiesa italiana...
Dal senatore Bersani vorrei raccogliere in eredità soprattutto la passione, il rigore, l’attenzione verso le fasce più deboli della società e un’idea alta dell’Europa quale ponte di pace verso il mondo; idea che ha fortemente caratterizzato tutta la mia esperienza culturale e politica, anche giovanile.
Purtroppo oggi l’Europa fa fatica ad affermarsi nel ruolo di costruttrice di pace.
Perché la sua identità è debole, perché l’ispirazione cristiana che ha caratterizzato il pensiero politico dei padri fondatori ha bisogno di essere rilanciata, come il Papa e il cardinale Zuppi non smettono di chiederci.
Ma sul lavoro, che è il cuore del vostro impegno, che priorità vi date?
Al centro delle iniziative sul lavoro con cui intendo caratterizzare il mio mandato c’è l’impegno per le sue come il lavoro povero, Cinque milioni e mezzo di persone che sono in povertà assoluta ai quali si aggiungono i quasi tre milioni di quelle che lavorano guadagnando meno di 1.000 euro al mese costituiscono quasi un quarto delle famiglie italiane ed il dato rappresenta una bomba sociale che rischia di deflagrare. Nei nostri uffici di patronato e caf raccogliamo quotidianamente il disagio e le difficoltà economiche di tanti.
E poi la conciliazione lavoro -famiglia: aumentare le politiche che le imprese devono adottare per favorire un maggior equilibrio tra la vita lavorativa e quella personale è un investimento importante che il Paese fare per il futuro del nostro sistema di welfare e per combattere la denatalità. Non dimentichiamo che lo scorso anno l’Italia è scesa per la prima volta sotto la soglia dei quattrocentomila nati.
C’è poi il tema drammatico della sicurezza sui luoghi di lavoro.
In un paese civile, non possono morire oltre mille persone l’anno per incidenti sul lavoro. Uno degli istituti meglio gestiti nel nostro paese è l’Inail il quale chiude ogni anno il suo bilancio con importanti avanzi finanziari: nel 2022 oltre due miliardi e mezzo. Come Mcl, porteremo avanti delle iniziative di sensibilizzazione degli interlocutori istituzionali, affinché una parte dell’utile annuale e di quello accantonato venga destinato alla formazione dei lavoratori e delle imprese sulla sicurezza.
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