IL SITO STUDENTESCO. Frontiere, confini, viaggio: ecco come si poteva svolgere il tema di Magris
A poco più di un'ora dall'inizio degli esami di maturità il sito internet www.skuola.net proponeva già le tracce scelte per quest'anno allegando anche un possibile svolgimento.Questa, ad esempio, è la soluzione proposta dal sito studentesco per la Tipologia A, analisi del testo, ovvero il testo di Claudio Magris con un brano tratto dalla prefazione de "L'Infinito viaggiare".1. Comprensione del testo.L'autore nel brano sottolinea che, punto cardine di ogni tipo di viaggio, è quello di atrraversamento di una frontiera (o di un confine, in senso più generale) per ritrovarsi "dall'altra parte". Ci sono, in questa operazione, due aspetti fondamentali da tenere in considerazione: il primo è che ogni frontiera non è rigida e immutabile, né tantomeno invalicabile, ma è una sorta di membrana cellulare che si può attraversare in ogni istante, ritrovando, dall'altra parte, concetti nuovi ma anche informazioni che ci appartengono, che fanno parte di una cultura ed una identità comune in cui razza, religione e costumi differenti, si fondono, diventando parte integrante della propria identità socio-culturale. Il secondo, forse anche più importante, è che, proprio per questo carattere di "modificabilità" dei confini, le situazioni non rimangono mai fisse e immobili, ma mutano di continuo: l'esempio portato dall'autore è quello del confine tra l'Italia e la Slovenia, un tempo luogo annesso al nostro Paese e quindi terra che, per l'autore stesso, ancora bambino, rappresentava una semplice propaggine del luogo che egli stesso definiva "casa" ma che, dopo la fine della Grande Guerra e il passaggio delle terre slave sotto il controllo della Cortina di ferro, divennero un luogo "sconosciuto" e lontano, non tanto fisicamente quanto più culturalmente. Il brano si conclude osservando che la "relatività" nel guardare il confine, a seconda che ci si trovi da un lato o dall'altro della "frontiera", porta gli individui della stessa "riva" a provare diffidenza verso quelli della riva opposta e ciononostante, la semplice creazione di un ponte di collegamento, potrebbe far sì che "popoli" fino ad allora "distanti" solo ideologicamente si ritrovino a condividere una serie di "comunioni" che vanno ben oltre le proprie aspettative.
2. Analisi del testo2.1 In generale, il lessico usato all'interno del brano è mediamente "complesso": è presente una alternanza, abbastanza frequente, di termini maggiormente aulici e metafore basate su una prosa sufficientemente articolata, con frasi brevi e dirette, molto semplici. In alcuni casi, il linguaggio risulta abbastanza familiare (soprattutto nella seconda parte del brano) e, in generale, il tono è quello di un racconto, di quelli che un "nonno" potrebbe fare ai suoi nipoti, ricco di morale e di significati etici. All'interno del brano sono presenti molte similitudini e, in particolare, alla chiusura l'autore usa una metafora del "fiume" per intendere il concetto di confine che separa i popoli.
2.2 Per l'autore la frontiera, più che un confine fisico e reale, è una semplice delimitazione mentale: le frontiere non sono rigide mura invalicabili, ma labili pareti (simili a quelle cellularti) attraverso le quali è possibile passare, quasi in maniera osmotica, riuscendo a entrare, in questo modo, con ciò che ci è estraneo e che si trova dall'altra parte. Frontiera non è sinonimo di barriera invalicabile ma, anzi, di ostacolo "superabile" e da "superare" al fine di poter acquisire una nuova coscienza di sé, sia culturale che sociale.
2.3 Sebbene sia fortemente presente il concetto di viaggio inteso nel suo senso classico, come di spostamento fisico da un luogo all'altro, l'autore sottolinea, più o meno marcatamente, quanto il viaggiare sia uno stato mentale, basato sull'idea di spostare in una direzione ben precisa le proprie convinzioni: il viaggio non è semplicemente la "visita tursistica" fatta fotocamera alla mano e biglietto nel taschino, ma piuttosto è un mettersi in gioco, sperimentare, cercare, scoprire, anche senza una programmazione preventiva, lasciarsi andare nell'esplorare ciò che è diverso da noi fino a trovare comuni radici e identità.