"Il vento della globalizzazione
soffia con forza crescente e non saranno muri o barriere a
fermarlo": lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella parlando alla società Dante Alighieri a Milano.
E proprio citando Dante il presidente ha aggiunto che "per assicurare anche
ai nostri figli un futuro di pace e felicità non servono persone
con la testa rivolta indietro" come gli indovini descritti da
Dante nel XX canto dell'Inferno costretti "a camminare a
ritroso".
"Abbiamo bisogno di filosofi, intellettuali e politici con
intelligenza degli avvenimenti e idealità - ha proseguito -,
capacità di visione e lungimiranza". Il capo dello Stato ha
avvisato che però "avere lungimiranza nel progettare il futuro
non significa rinnegare il passato ma investire" con i valori
della cultura "in un mondo che cambia velocemente".
Un "autentico limite italiano" a
volte è stato il fatto che "non siamo riusciti a fare squadra
presi da divisioni non di rado artificiose" ha detto ancora Mattarella parlando al
convegno internazionale della società Dante Alighieri e aggiungendo che "la percezione dell'Italia
all'estero, nonostante gli stereotipi, è migliore di quella che
avvertiamo noi italiani forse assuefatti all'idea di vivere
nella storia e nel paesaggio".
Tornando al tema dell'immigrazione Mattarella ha sottolineato la necessità di aiutare il processo di integrazione partendo dalla lingua. "Credo che dovremmo essere più
impegnati nel promuovere e assicurare la conoscenza della nostra
lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese.
Il presidente della Dante Alighieri, Andrea
Riccardi aveva ricordato che i fondi della società sono stati
tagliati dell'80%, spiegando che lo stato francese investe 760
milioni l'anno, la Gran Bretagna 826 milioni, la Germania 218
milioni, la Spagna 80 milioni, mentre "la Dante riceve 600 mila
euro". Riccardi ha parlato di "italsimpatia" e il capo dello Stato
in qualche modo ha accolto il suo appello, aggiungendo che "non
è solo questione di fondi, servono idee e proposte". Bisogna
"fare sistema" mettendo insieme il pubblico, gli imprenditori,
le università, gli artisti e i giovani, facendo anche uno sforzo
"per diffondere la nostra lingua su internet, ciascuno nel suo
campo". Il capo dello Stato ha parlato dell'importanza di
insegnare l'italiano agli immigrati ma anche di diffonderlo
all'estero, ad esempio nei Balcani o nella sponda sud del
Mediterraneo, "dove l'italiano - ha concluso - può diventare
strumento di pace.