L'attacco. Solidarietà per Mattarella, ma spuntano anche le minacce di morte
Centralini del Quirinale di nuovo in tilt oggi per le telefonate di sostegno di semplici cittadini. In due ore sono giunte più di cinquemila chiamate di persone che volevano esprimere il loro sostegno a Sergio Mattarella, dopo la minaccia impeachment da parte del M5S.
«Il Pd bocciato dagli italiani torna al governo, grazie a Mattarella? Questa non è democrazia, questo non è rispetto del voto popolare - erano state le accuse del segretario della Lega Matteo Salvini - È solo il colpo di coda dei poteri forti che vogliono l'Italia schiava, impaurita e precaria. Le prossime elezioni saranno un plebiscito, popolo e vita vera contro vecchie caste e signori dello spread».
Il Pd invece, per bocca del segretario reggente Maurizio Martina, conferma l'appoggio del partito unito a Cottarelli e annuncia una manifestazione nazionale il 1 giungo a difesa della prerogative del Capo dello Stato. Intanto Matteo Renzi parte già con la sua campagna elettorale. «Si andrà molto presto alle elezioni, frutto dell'incapacità di governare di Lega e Cinque Stelle - scrive nella sua enews - Sarà una battaglia incredibile tra chi vuole uscire dall'Europa e chi vuole un'Italia forte ma dentro l'Europa. Sarà una battaglia tra chi combatte sulla base di fake news e chi porterà numeri, fatti, argomenti. Sarà una battaglia tra chi mette in discussione l'appartenenza atlantica dell'Italia, aggiunge, e «chi non vuole cambiare una linea di politica estera che l'Italia segue da 70 anni. Sarà una battaglia tra chi scommette sull'antipolitica e chi crede nella politica». A sera invece, il premier uscente Paolo Gentiloni ha pubblicato su Twitter una sua foto in piazza Castello in mezzo alla folla radunatasi spontaneamente in difesa del presidente della Repubblica. «Ora in piazza Castello in difesa della Costituzione e del Presidente della Repubblica», il tweet.
In casa Cinque Stelle è il capogruppo al Senato, Danilo Toninelli, a parlare a caldo sulla richiesta di impeachment a Mattarella. «Va parlamentarizzato uno strappo alla Costituzione così grave e importante - dice - per evitare che nelle piazze ci siano manifestazione poco pacifiche». Poi, al pomeriggio, dopo un incontro alla Camera con Salvini, il capo politico di M5s Luigi Di Maio rincara la dose, annunciando una manifestazione per il 2 giugno a Roma. «Al governo Mattarella ha deciso di mettere dei tecnici che non hanno mai preso un voto, guidati da Cottarelli - tuona - con la sicurezza che non avranno nessuna maggioranza in Parlamento. Quindi avremo un governo non solo non votato dal popolo, ma nemmeno dal Parlamento: un vergognoso unicum nella storia della Repubblica».
Poi a Pomeriggio Cinque, insieme a Salvini, Di Maio dà una versione dei fatti che il Quirinale smentisce subito. Non risponde a verità, scrive in una nota, «la circostanza riferita dall'onorevole Di Maio che al presidente della Repubblica siano stati fatti i nomi di Bagnai e Siri come ministri dell'Economia». Poco dopo, sempre nel salotto di Canale 5, il leader leghista da sfogo a tutta la sua rabbia: «Ci hanno fermato adesso, con una piccola maggioranza, ma non ci fermeranno una seconda volta con una grande maggioranza... Mattarella sì, Mattarella no».
La solidarietà verso il presidente Mattarella
«Nervi saldi e solidarietà al presidente Mattarella» è il messaggio espresso da Paolo Gentiloni, in un tweet, «ora dobbiamo salvare il nostro grande Paese». La vicinanza al presidente della Repubblica si è trasformata anche in una raccolta firme pro Mattarella sulla piattaforma no profit Progressi.org: «Il Presidente ha esercitato le proprie prerogative costituzionali - si legge nel messaggio di lancio della petizione - rispetto alla formazione di un esecutivo che avrebbe rischiato di portarci fuori dalla moneta unica e così minacciare la stabilità economica e finanziaria del nostro Paese. Al di là della questione Euro, ciò che allarma davvero sono i toni eversivi che questi politici stanno usando contro la Presidenza della Repubblica e con essa contro tutte le istituzioni democratiche del Paese». La raccolta di firme ha visto crescere rapidamente le adesioni online, tanto che in serata era arrivata a superare quota 170 mila sottoscrizioni a sostegno delle scelte del capo dello Stato. E un presidio di cittadini nel pomeriggio si è radunato davanti al Quirinale, per manifestare la propria solidarietà a Mattarella.
Intanto i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno scritto a Sergio Mattarella per esprimere la loro «stima e rispetto» e la «viva preoccupazione per il perdurare di una crisi politica e istituzionale che ha pochi precedenti nella storia della nostra Repubblica».
Intendiamo ribadire con forza - dicono - «il nostro impegno a difesa della Costituzione che fissa con chiarezza ruolo e prerogative del Presidente della Repubblica e delle Istituzioni democratiche. Ci permettiamo di sottolineare l'urgenza di decisioni rapide per l'economia e il lavoro».
La Polizia postale inoltre è impegnata in un'attività di monitoraggio della rete web e dei principali social network dopo la pubblicazione di post offensivi e minacciosi nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: laddove in essi si configurino reati perseguibili d'ufficio, ne verrà data immediatamente segnalazione all'autorità giudiziaria, hanno assicurato. In molti post su Facebook sono arrivate persino minacce di morte al presidente della Repubblica e insulti di ogni genere, semplicemente per aver esercitato i poteri attribuitigli dalla Costituzione.