Attualità

La strage del tribunale. Mattarella riunisce subito il Csm: «Basta discredito sui magistrati»

Angelo Picariello venerdì 10 aprile 2015
«Va respinta con chiarezza ogni forma di discredito nei confronti dei magistrati». Sergio Mattarella riunisce d’urgenza il plenum del Csm. Un atto di solidarietà, anche sull’onda della commozione, per onorare la memoria di Fernando Ciampi, «giudice probo, rigoroso e intransigente. Un altro magistrato, l’ennesimo magistrato- sottolinea Mattarella - , caduto nell’esercizio delle sue funzioni». La vicenda lo aveva turbato a metà mattinata, raggiunto dalle prime frammentarie notizie mentre riceveva il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan col quale Mattarella si era anche intrattenuto a pranzo, ma tenendosi in contatto prima con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che l’ha ragguagliato sull’evolversi concitato della drammatica vicenda e poi - una volta arrestato il responsabile e appreso del triste bilancio di vittime e feriti - con il vicepresidente Giovanni Legnini per riunire d’urgenza il plenum del Csm. La solidarietà oltre che alla magistratura, «in particolare a quella milanese», va anche «ai feriti, ai familiari dell’avvocato Lorenzo Claris Appiani, che stava svolgendo l’importante funzione di testimone, e a quelli dell’altra vittima, Giorgio Erba». Lutti che generano un «dolore tanto più lacerante in quanto gli assassinii si sono consumati in un luogo dedicato al rispetto della legge». Mattarella non entra nel merito delle responsabilità di una vicenda che già in premessa aveva definito «assurda ». Si dice certo però però che gli inquirenti «faranno piena luce sulla dinamica dell’accaduto, accertando eventuali falle nel sistema di sicurezza ». Toccherà, poi, «ai vertici degli uffici giudiziari di Milano, al ministero della Giustizia e in qualche modo anche a questo Consiglio, prendere i dovuti provvedimenti, perché simili fatti non possano ripetersi». Perché «ai servitori dello Stato - come a tutti - venga assicurato il massimo possibile di sicurezza». Le difficoltà che attraversiamo assommano alle minacce di mafia e criminalità «quelle del terrorismo internazionale». Infine, la crisi economica ha fatto aumentare le tensioni sociali». Tutto questo fa sì rimarca Mattarella - che «i magistrati, come i responsabili di altre funzioni, sono sempre in prima linea: e ciò li rende particolarmente esposti». L’invito a tutti, quindi, a partire dagli uomini delle istituzioni, ad avere per loro massimo rispetto, evitando di alimentare ulteriormente le tante tensioni vecchie e nuove che si scaricano tutte su chi deve garantire la giustizia. Un problema di clima, soprattutto, ma nessuna polemica col governo - chiariscono dal Quirinale - e nessun riferimento alle riforme in corso di definizione. «La società democratica, aperta e accogliente, è per sua natura vulnerabile», ricorda ancora Mattarella. Ma nessuna rinuncia allo stato di diritto può per questo essere giustificata. A queste molteplici insidie «lo Stato, il nostro Stato, risponde con fermezza, sempre nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e dei diritti dell’uomo». Prima di Mattarella avevano preso la parola il vicepresidente Legnini e il componente Rosario Spina, che a nome dei colleghi milanesi che aveva espresso il suo «profondo dolore», con un appello a non essere «lasciati soli». Un giorno «di dolore, non di polemiche - ha sottolineato Legnini - ma il sistema di sicurezza va rivisto, e noi come Csm - ha assicurato - daremo piena collaborazione».