Fondi Lega. Lunedì Salvini a colloquio al Quirinale
Il capo dello Stato riceverà il ministro e segretario leghista il 9 luglio
Si terrà lunedì a mezzogiorno, il colloquio fra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il vicepremier, ministro dell'Interno e segretario della Lega Matteo Salvini. Lo fa sapere una nota del Quirinale, precisando che "sono, ovviamente, escluse dall'oggetto del colloquio valutazioni o considerazioni su decisioni della magistratura". In altre parole, il capo dello Stato non accetterà di farsi tirare in mezzo alle polemiche sollevate dal Carroccio, che ha definito un "attacco alla democrazia" la pubblicazione delle motivazioni della recente pronuncia della Cassazione in merito al processo, a Genova, sulla sparizione dei fondi elettorali del partito all'epoca guidato da Umberto Bossi. Una sentenza che apre alla possibilità di sequestro di fondi del partito, ovunque si trovino, fino all'importo di 48,9 milioni di euro, ossia l'equivalente dei fondi elettorali oggetto di una truffa per la quale sono stati condannati in primo grado, un anno fa, il fondatore Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito.
La conferma dell'imminente faccia a faccia arriva dal segretario della Lega, con un tweet nel quale non si menziona affatto la ragione per cui lo stesso Salvini aveva finora caldeggiato il colloquio: "Lunedì a mezzogiorno incontrerò Mattarella. Avrò il piacere di spiegargli le tante cose fatte nel mio primo mese da ministro, per mantenere le promesse, per difendere i confini, per proteggere gli italiani e riportare ordine, rispetto e tranquillità in Italia. Prima gli italiani".
Nei giorni scorsi, la Lega aveva richiesto di poter vedere il capo dello Stato, al rientro dalla sua visita nei Paesi baltici, per manifestargli le proprie doglianze rispetto a quello che Salvini considera un "processo politico". Una valutazione che ha innescato frizioni con la magistratura, con l'Associazione nazionale magistrati pronta a definire "fuori dal perimetro costituzionale" la richiesta del Carroccio: "Non riusciamo a capire - aveva detto il presidente dell'Anm Francesco Minisci - quale possa essere l'intervento del capo dello Stato rispetto a un singolo provvedimento della magistratura".