Roma. Il manichino incendiato, la solidarietà di Mattarella a Meloni
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
«Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà». Sergio Mattarella, risponde alle domande di un gruppo di studenti in visita al Quirinale, e si schiera a difesa di Giorgia Meloni. Tutto parte una manciata di ore prima.
È il capogruppo dei deputati di fratelli d'Italia Tommaso Foti a ricostruire il fatto. «Ancora una grave minaccia al presidente del Consiglio arriva dal corteo di autonomi che a Roma ha ricordato Valerio Verbano (un giovane militante della sinistra extraparlamentare ucciso dai fascisti nel 1980 a Roma, ndr) con il rogo di un manichino che raffigurava Giorgia Meloni». Non basta. «Dopo la mancata condanna al linguaggio triviale che il presidente della Campania De Luca nei giorni scorsi ha rivolto a Giorgia Meloni, ora arriva un altro segnale inquietante. Questi messaggi di odio e di intolleranza verso la prima donna che ricopre la carica di primo ministro non sono più accettabili».
Ora è il capo dello Stato a dire basta. «Il confronto politico, la contrapposizione delle idee e delle proposte, la competizione, anche elettorale, ne risultano mortificate e distorte. Ne viene travolta la dignità della politica che scompare, soppiantata da manifestazioni che ne rappresentano la negazione. Mi auguro che la politica riaffermi sempre e al più presto la sua autenticità, nelle sue forme migliori».
«Questa violenza politica va condannata e non è accettabile. Gli avversari si battono con le idee e le proposte in una sana dialettica democratica. Ha ragione il presidente Mattarella nel dire che gli atti di violenza e aggressività verbale o fisica non devono trovare alcuno spazio in democrazia perché travolgono la dignità della politica e ne rappresentano la negazione». Così la segretaria del Pd Elly Schlein.