Quirinale. Mattarella: coronavirus, libertà non è il diritto di far ammalare gli altri
«Libertà non vuol dire diritto a far ammalare gli altri». Il monito di Sergio Mattarella arriva nel corso della cerimonia del Ventaglio per il tradizionale saluto, prima delle ferie estive, con i giornalisti accreditati. Gli stimoli venuti dal presidente della Stampa parlamentare Marco Di Fonzo diventano l’occasione per richiamare tutti alla verità dei fatti, invitando ad affidarsi all’informazione certificata diffidando delle fake news.
Un invito a guardare ai pericoli attuali di una pandemia esplosiva come non mai nel resto del mondo, che penalizza in modo più drammatico – ha rimarcato Mattarella – proprio questi Paesi che hanno commesso l’errore della sottovalutazione e induce Paesi come il nostro a proseguire nelle misure di cautela che hanno dato buoni effetti.
«Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto far ammalare altri». Quindi, prosegue il capo dello Stato «imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino risolutivo non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso. Soltanto ricordando quel che è avvenuto - e senza dividerci in contrapposizioni pregiudiziali ma con una comune ricerca di prospettive - possiamo porre basi solide per la necessaria ripresa e per pervenire a una nuova normalità».
Parole che si inseriscono nel dibattito acceso sul prosieguo dello stato di emergenza deliberato dal governo fino a metà ottobre. Certo, rimarca Mattarella, è umana, comprensibile «la tendenza a dimenticare, a rimuovere esperienze dolorose o anche soltanto sgradevoli. Era prevedibile». Ma «forse non era immaginabile che affiorasse così presto. Mentre, nel nostro Paese, per la pandemia, continuano a morire nostri concittadini».
Perché «anche una sola vittima costituisce motivo di dolore e per non abbassare le difese. Mentre nel mondo muoiono ogni giorno migliaia e migliaia di persone, e ogni giorno si registrano ben oltre 200mila contagi; e mentre la necessaria riapertura delle comunicazioni espone a nuovi rischi i Paesi che pensavano di aver superato i momenti più duri e più drammatici».
Circa il successo ottenuto in sede europea che vede assegnate al nostro Paese risorse enormi (oltre 200 miliardi) Mattarella invita a non cullarsi sugli allori, ad agire subito per rendere questi fondi immediatamente disponibili: «Le iniziative - dice - , la quantità di risorse ma, soprattutto, la qualità e le formule profondamente innovative messe in campo dalle principali istituzioni comunitarie - dalla Commissione alla Banca centrale, alla Bei, sollecitate dal Parlamento europeo, le scelte del Consiglio europeo - hanno una portata straordinaria e manifestano un'ambizione di significato storico. Adesso siamo chiamati - istituzioni e società - a fare la nostra parte per utilizzare le grandi opportunità presentate».
E a farlo «con un programma, tempestivo, concreto ed efficace, di rilancio e di innovazione: per fronteggiare e recuperare le conseguenze profondamente negative della pandemia sul piano economico e sociale e per avviare e sviluppare un consistente processo di crescita del nostro Paese». Nessun riferimento diretto al Mes, naturalmente, o ad altre singole misure, ma l’invito a far presto rimanda in qualche modo all’immediata disponibilità delle risorse previste per questo strumento, a differenza del Recovery Fund utilizzabile solo nel corso del prossimo anno.
Mattarella chiede, nel suo ruolo di «garante», di potersi astenere da temi riguardanti strettamente il dibattito politico, ma non rinuncia, sulla scuola, a una forte raccomandazione: «I nostri ragazzi - sottolinea - hanno patito un anno scolastico che non ha potuto offrire loro appieno la formazione promessa, il virus ha inciso sullo svolgimento regolare di lezioni e di esami. Il sistema Italia - ammonisce - non può permettersi di dissipare altre energie, di rischiare di trascurare i talenti dei nostri ragazzi. La riapertura regolare delle scuole costituisce un obiettivo primario, da perseguire in un clima che auspico di collaborazione e di condivisione».
Colpisce per incisività anche il riferimento alle false informazioni propagate dal web, e la provenienza in larga misura da profili falsi la vede come un indice evidente della malafede di una regia a monte che va ben oltre una semplice superficialità, che rende sempre più importante il ruolo dell’informazione professionale.
«Sul tema delle notizie manipolate» chiarisce il Capo dello Stato, non si deve «evocare il rischio della tentazione di un controllo sulle libere espressioni di stampa». In quanto «le fake news - notizie contraffatte - sono, normalmente, il prodotto di azioni malevole, abitualmente anonime, concertate allo scopo di ingannare la pubblica opinione, contando sull'effetto moltiplicatore del web e sulla assenza di sanzioni che caratterizza un mondo privo di responsabilità definibili. La pretesa di un “non luogo”, come è stato chiamato, dove ci si può permettere di propalare presunti fatti, falsati o inesistenti, senza alcuna sanzione. Esattamente l'opposto dell'informazione professionale che prevede anche sistemi di sanzioni puntuali sia degli organi preposti alla deontologia professionale, che da parte della magistratura».
Per cui, conclude Mattarella, «i due fenomeni non vanno in alcun modo confusi. Anche sulla base dell'esperienza di questi mesi va ricordato che quella della libertà di stampa come bene pubblico è questione che attiene alla libertà delle persone».