Ricorrenza. Mattarella: «A Sant'Anna di Stazzema la Repubblica riconosce le sue radici»
La traslazione delle salme delle vittime della strage nazista di Sant'Anna di Stazzema (agosto 1944) verso il Monumento Ossario, avvenuta nella primavera del 1948
«Per la Repubblica oggi è un giorno di memoria, di raccoglimento, di testimonianza». Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commemorato l'80esimo anniversario dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, una delle pagine più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale. «Il 12 agosto di ottant'anni or sono, reparti delle SS naziste, con la complicità fascista, compirono nelle frazioni di Stazzema uno degli eccidi più spietati della Seconda guerra mondiale, uccidendo senza pietà donne, anziani, bambini, sfollati che pensavano di aver trovato un rifugio sottraendosi ai combattimenti».
Il presidente ha poi proseguito ricordando la brutalità di quei giorni: «Fu la guerra portata alle popolazioni civili, lo sterminio di comunità locali incolpevoli. Fu la tragedia che si abbatté sui villaggi della linea Gotica, a Padule di Fucecchio, a Marzabotto, fra le altre». Mattarella ha inoltre sottolineato come questi luoghi, teatro di una violenza inaudita, siano diventati simboli di una rinascita umana e civile. «Il baratro nel quale allora sprofondò l'umanità ha reso questi luoghi un sacrario europeo del dolore, e un simbolo di riscatto di quella rinascita umana e civile che ha saputo opporsi alla barbarie, generando democrazia, libertà, pace, laddove si voleva cancellare ogni speranza».
Rivolgendosi alle comunità locali e ai discendenti delle vittime, il capo dello Stato ha espresso il profondo dolore e il rispetto di tutta la Nazione: «Ai discendenti e alle genti di Stazzema, che rinnovano oggi il dolore della propria comunità per lo sterminio dei propri cari, va il sentimento commosso dell'intera Nazione». Infine, il presidente ha evidenziato l'importanza di mantenere viva la memoria di questi tragici eventi, riconoscendo il valore morale che i sopravvissuti hanno trasmesso. «Una grande eredità morale è stata lasciata dai sopravvissuti. La Repubblica può qui riconoscere le sue radici. Quelle che, anche oggi, ci spingono a respingere le ragioni della guerra come strumento di risoluzione delle controversie. Il testimone della memoria e dell'impegno continuerà, come a Sant'Anna di Stazzema, a passare di mano in mano, per ricordarci che si tratta di crimini imprescrittibili, per accompagnarci sulla strada della civiltà e della pace, sconfiggendo chi fa crescere l'odio». Parole per ribadire l'importanza della memoria storica e il suo ruolo fondamentale nella costruzione di una società basata sulla pace e sulla giustizia.