Attualità

Lombardia. Maroni avvisa Renzi: «No al decreto giochi»

Nello Scavo giovedì 9 aprile 2015
Una lettera al premier Matteo Renzi per chiedere di bloccare il provvedimento allo studio del Governo sulle norme per il gioco d’azzardo, materia recentemente regolata dalla Regione con una legge di contrasto alla ludopatia. A chiederlo è il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con la quale prende posizione sul decreto legislativo per il riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici, annunciato come imminente da parte del governo.  «Ferma, finché sei in tempo, - ha scritto Maroni a Renzi - il decreto che il Governo sta predisponendo sul gioco d’azzardo, perché di fatto spazzerà via il lavoro compiuto in questi mesi da Regione Lombardia e altri enti locali per combattere una piaga sociale che colpisce un milione di italiani». Il presidente lombardo nella missiva ha aggiunto che se il governo non bloccherà il provvedimento «dimostrerà a tutti che, prima della salute dei cittadini, contano le entrate facili per le casse dello Stato, favorite dalla diffusione delle offerte di gioco esagerata e disordinata». L’ex ministro dell’Interno leghista sottolinea che «secondo le bozze che stanno circolando in questi giorni, si vorrebbe imporre alle Regioni di rivedere le proprie normative in merito al gioco». Una direzione sbagliata, perché «non sfugge a nessuno che, se passasse questa versione, in Lombardia dovremmo annullare le distanze minime di 500 metri da ospedali, scuole, chiese e centri anziani, che, a oggi, si sta rivelando uno strumento formidabile per evitare il proliferare delle macchinette». E se questo varrebbe per le Regioni, non andrebbe meglio ai Comuni, che «non potrebbero più limitare gli orari delle sale giochi».  La strada intrapresa dal governo, avrebbe lo scopo di uniformare le regole in tutta Italia, ma «le norme in vigore in Lombardia – ricorda Maroni – approvate con il voto unanime di tutti i gruppi consiliari regionali e che hanno avuto il positivo vaglio da parte del consiglio dei ministri, sono sopravvissute con successo a una serie importante di ricorsi presso ogni genere e grado di tribunali ». E nelle sedi giudiziarie, è stata ribadita dai giudici il prevalere dell’interesse pubblico «della tutela delle categorie più a rischio (anziani e giovani) rispetto all’interesse degli imprenditori coinvolti».  Senza dirlo, Maroni fa appello al Renzi 'sindaco'. «In questi mesi di applicazione della legge ragionale ho raccolto – scrive - spesso insieme al Comune di MIlano con il quale sono state condivise numerose battaglie legali, tutta una serie di esperienze veramente impressionanti sugli effetti» della dipendenza da azzardo. A cominciare dalle ricadute sule famiglie.  Poi Maroni fa una denuncia. Lasciando intendere che dietro al paravento del gioco legale, si muovano organizzazioni con ben altri interessi. «La semplice lettura dei soggetti intestatari delle nuove sale gioco», suggerisce il governatore, facilmente «può indurre al sospetto di precise organizzazioni, in particolare straniere, dedicate a questa attività, che è forse decisivo definire impresa».