Immigrazione. Mare Nostrum, Roma tratta con la Ue
Saranno due giorni decisamente intensi per l’Italia e l’Ue sul fronte degli sbarchi, con una riunione, oggi a Roma, tra i tecnici europei e quelli italiani, e, domani a Bruxelles, tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il commissario agli Affari Interni Cecilia Malmström. Da Roma continuano ad arrivare richieste affinché l’Ue subentri in toto all’Italia. «L’Italia chiede coerenza alla Ue – ha detto ieri il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, parlando al Meeting di Rimini – il Mediterraneo è una frontiera comune. Occorrono azioni comuni a partire da un aumento dei fondi e delle capacità operative di Frontex (l’agenzia delle frontiere Ue, che svolge sue missioni nel Mediterraneo, ndr), che deve sostituire Mare Nostrum. È su questo che il governo lavora». In realtà è assai difficile che l’Ue possa subentrare in blocco all’Italia. «È assolutamente impensabile – dicevano ieri fonti comunitarie – che Frontex sostituisca Mare Nostrum. Non ci sono né fondi né mezzi sufficienti». Al momento, in effetti, Mare Nostrum dispone di 80 milioni di euro l’anno, la missione Mare Nostrum ne costa 120. Soprattutto, dietro le quinte un po’ tutti – Bruxelles come vari stati membri – sono d’accordo che sarebbe meglio porre fine a Mare Nostrum, che fonti della Commissione Europea definiscono, non senza sarcasmo, un «traghetto informale » che fa solo il gioco dei trafficanti di uomini. E secondo vari esperti proprio Mare Nostrum (con troppe navi e troppo a ridosso della costa libica) ha involontariamente contribuito all’impennata dei flussi, senza nulla togliere ai lodevoli sforzi e al grande impegno della Marina Italiana per salvare migliaia di vite. L’opzione che stanno valutando i tecnici europei e italiani - lo faranno anche oggi a Roma - è piuttosto quella di un 'Frontex Plus'. E cioè un rafforzamento di Frontex – che la Malmström invoca da mesi – con più uomini e mezzi. Ciò consentirebbe all’Italia di ridurre Mare Nostrum, facendone per così dire una versione light e dunque meno onerosa. In realtà, però, a quanto apprendiamo l’obiettivo potrebbe essere più drastico: aiutare l’Italia non solo a ridurre progressivamente Mare Nostrum, ma in realtà portarla a cessare praticamente del tutto, senza che sia 'sostituita' da qualche altra operazione equivalente.
Sarebbe un modo 'elegante' per arrivare all’obiettivo che nessuno, né a Bruxelles né tra i partner Ue, vuole assumersi la responsabilità politica di chiedere ufficialmente (visto che rimane il rischio che, in un primo momento, i bollettini di morti possano aumentare). Resterebbe in mare una missione Frontex Plus, magari (ma non è detto) sotto coordinamento italiano, decisamente più piccola di Mare Nostrum, molto più vicina alle coste europee e dalle competenze più ridotte, per continuare a salvare vite in mare, ma ponendo fine al 'servizio' di 'traghetti informali' tra il Nord Africa e l’Italia. Per arrivare a Frontex Plus ci vuole però il sostegno di vari altri Stati membri. Il più grande sostenitore degli sforzi italiani è la Francia, però varie fonti Ue confermano che anche altri Paesi, come la Spagna ma anche la Germania e pare anche la Finlandia sarebbero disposte a dare una mano. Per ora, ha precisato Michele Cercone, portavoce di Malmström, «nessuna decisione è stata presa sull’operazione». Oggi a Roma la Commissione ascolterà le precise richieste e i bisogni dell’Italia, domani a Bruxelles Alfano e Malmström faranno un primo punto. Tappe importanti, in vista del Consiglio Affari Interni che avrà luogo il 9 ottobre a Lussemburgo.