Attualità

La marcia. Marcia Pace, in 100mila contro le guerre

Luca Liverani domenica 19 ottobre 2014
E' un sole splendente quello che accoglie il popolo delle oltre 100 mila persone, arrivate da tutta Italia per non mancare alla Perugia-Assisi, la Marcia per la pace e la fraternità. Una folla festosa e piena di speranza nel futuro fatta dei ragazzi di 117 scuole, 277 enti locali di cui 174 comuni, 479 associazioni di cui 80 nazionali, tutte le Regioni, 97 province. E alla partenza, ai Giardini del Frotone a Perugia, sono arrivati da 526 città, da Abbiategrasso a Zugliano. Oggi non è il giorno delle polemiche e tutti insieme sono qui - arriva anche la presidente della Camera Laura Boldrini - per dire basta a questa "Terza Guerra Mondiale a pezzi", come l'ha definita papa Francesco. E alle guerre silenziose di un sistema economico che crea miliardi di poveri. Per qualcuno la marcia comincia alle 7 del mattino, con la messa a San Pietro, qui a Perugia, concelebrata da padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, don Tonio Dell'Olio. Poi alle 9 si parte. Ad Assisi è padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro convento di Assisi, a comunicare una prima stima del numero dei partecipanti: "Siamo oltre centomila". Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, spiega il senso di questi 25 chilometri arrivati alla XX edizione, dopo la prima inventata da Aldo Capitini nel 1961: "La pace non è solo il contrario della guerra. Il nostro impegno è per combattere tutte le guerra, anche quelle combattute in campo economico e finanziario che tengono prigioniere famiglie e giovani. E le guerre della criminalità organizzata. Il nostro agire deve essere a 360 gradi. Questa marcia non è un evento, ma parte di un percorso. E nello spirito della Marcia vogliamo lavorare insieme anche con chi magari non condivide uno stile o un linguaggio". Don Luigi Ciotti ribadisce il concetto. "Camminiamo insieme, non accanto. Uniamo le forze, la pace ha bisogno di noi, non di chi dice io. Per tutte le vittime delle mafie, per i morti vivi della corruzione, dell'usura, della Terra dei fuochi, delle droghe, dei traffici di armi. E va sconfitta anche questa guerra silenziosa dichiarata ai poveri, 10 milioni in povertà relativa, 6 in povertà assoluta solo in Itala. E le mafie approfittano delle crepe di democrazia e dei vuoti di giustizia sociale. Signori, le mafie hanno ripreso alla grande! Alla politica non chiediamo grandi novità, ma uno scatto di onestà e di impegno per il bene comune. La prima riforma da fare è quella delle nostre coscienze". Padre Alex Zanotelli va alla radice del problema: "La guerra è insita nel nostro sistema in cui un 10% della popolazione consuma il 90% delle risorse mondiali. Ogni anno muoiono di povertà decine di milioni di poveri. E' la grande ingiustizia, difesa con le armi delle guerre". Il Sipri dice che nel 2013 sono state spese per armamenti 1.742 miliardi di dollari. "Dalla fine della II Guerra mondiale mai eravamo stati sull'orlo dell'abisso - ricorda padre Zanotelli - con tanti paesi africani in guerra e la Nato a un passo dal combattere con la Russi. Non possiamo accettare che il nostro governo a Newport abbia promesso ad Obama di alzare la spesa militare dall'1,2 al 2% del Pil, cioè 100 milioni in più al giorno". Alla conferenza stampa c'è spazio anche per alcuni rappresentanti delle vittime di una delle tante guerre economiche, gli operai delle acciaierie di Terni che rischiano la chiusura per il piano di ristrutturazione della proprietà multinazionale. Dal palco davanti al Sacro Convento viene letto il messaggio di Papa Francesco ai marciatori. Poi il saluto di padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento, e del vescovo di Assisi monsignor Vincenzo Sorrentino. Poi i ragazzi delle scuole lanciano il progetto per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace. Oltre 300 enti locali italiani e 5 consigli regionali l'hanno già inserito nel loro statuto. "E' una grande mobilitazione di diplomazia delle città", spiega il professor Antonio Papisca del Centro diritti umani dell'Università di Padova. "Dobbiamo convincere il governo italiano - spiega - a dare un'indicazione precisa al nostro rappresentante, in vista del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite che si terrà in primavera, in vista dell'Assemblea generale". Il popolo della pace continua a guardare avanti. E c'è chi sottolinea la felice coincidenza di questa Marcia della pace con il giorno della beatificazione di Paolo VI, che dopo aver gridato nel 1965 all'Onu il suo "Mai più la guerra", avrebbe istituito il 1° gennaio 1968 la Giornata della pace